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Questo articolo è stato pubblicato il 22 novembre 2013 alle ore 11:17.

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Il caso francese fa scuola. Parigi ha ottenuto una maggiore tolleranza sul deficit annuale in cambio di riforme strutturali come quella sulle pensioni. Ora però è la stessa Bce a sostenere questa posizione contrattuale sulle riforme che potremmo chiamare del "bastone e la carota"; fai le riforme e ti premieremo con maggiori concessioni o incentivi finanziari.

«È arrivato il momento» che le riforme strutturali da parte dei singoli Paesi siano sottoposte a una maggiore governance dell'Unione europea, ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, nel corso di un convegno a Francoforte sottolineando come diversi Paesi siano in ritardo sulle riforme e sostenendo così, indirettamente, le recenti proposte del Consiglio europeo.

Infatti anche il presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy ha lanciato l'idea di siglare contratti con i Paesi a rischio (si veda il Sole 24 ore del 22 novembre) in cambio di incentivi finanziari. Un'idea che piace alla Germania ch evede le raccomandazioni della Commisisone spesos restre lettera morta.

Ma Draghi è passato anche all'Unione bancaria. Dopo la sorveglianza unica, l'Eurozona deve dotarsi di una «autorità indipendente e singola di ristrutturazione delle banche, che agisca in modo omogeneo nei Paesi e prenda decisioni nell'interesse europeo» nel suo complesso, ha detto il presidente della Bce. La Germania però insiste per una rete di autorità nazionali, timorosa di dover pagare il conto per le crisi bancarie esplose nei paesi a rischio.

Sul lungo termine i tassi di interesse mettono a repentaglio la stabilità dei prezzi, ha riconosciuto il presidente della Bce Mario Draghi «ma al momento - ha sottolineato - non ci sono indicazioni in tal senso». Draghi ha di fatto ribadito che al momento le preoccupazioni della Bce sono per la debolezza (rischio deflazione) e non per l'eccesso di inflazione. «Il nostro mandato - ha infatti affermato - è simmetrico: la stabilità dei prezzi vale in entrambe le direzioni».

Infine Draghi ha difeso il recente taglio dei tassi ricordando che il mandato della banca centrale europea è simmetrico: la stabilità dei prezzi vale sia al rialzo, sia al ribasso.
Infine «entro fine gennaio prevediamo di annunciare i parametri chiave degli stress test sulle banche», ha annunciato Draghi.

E sulla polemica dei tassi troppo bassi? «Bassi tassi d'interesse possono nel tempo minacciare la stabilità finanziaria, ma al momento non vediamo alcuna prova che ciò stia accadendo», ha chiarito il presidente della Bce in risposta a recenti polemiche sorte in Germania, aggiungendo che di fronte a rischi «localizzati» spetta alle autorità nazionali «usare pienamente gli strumenti macroprudenziali disponibili».

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