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Questo articolo è stato pubblicato il 22 novembre 2013 alle ore 18:47.
L'ultima modifica è del 22 novembre 2013 alle ore 19:30.

L'emittente statale iraniana Press Tv, citando «alcune fonti», annuncia che le sei potenze hanno accettato il diritto dell'Iran all'arricchimento dell'uranio. Sul proprio sito, la Tv cita inoltre il negoziatore iraniano Majid Takht-e Ravanchi per sottolineare che «c'è la possibilità» che i colloqui proseguano domani.
Dall'altra parte dell'oceano, la Casa Bianca mantiene la «speranza» che «possano portare a un accordo» i colloqui in corso da tre giorni a Ginevra tra i delegati del cosiddetto "5+1" e dell'Iran sul controverso programma nucleare di quest'ultimo: lo ha dichiarato il portavoce Jay Carney. «Nelle precedenti tornate gli iraniani hanno deciso che non erano in grado di arrivare a un'intesa», ha ricordato Carney, «ma noi restiamo speranzosi di poter raggiungere a Ginevra un accordo con loro insieme ai nostri alleati del 5+1».
Nella città elvetica è giunto nel frattempo il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, primo a unirsi ai negoziati tra i capi delle diplomazie dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu più la Germania.
Dopo Lavrov, anche il segretario di Stato americano, John Kerry, potrebbe raggiungere Ginevra per unirsi ai colloqui in corso da tre giorni sul programma nucleare iraniano tra emissari di Teheran e del cosiddetto '5+1': lo hanno riferito in via riservata fonti diplomatiche occidentali, secondo cui comunque il capo della diplomazia Usa starebbe ancora valutando l'ipotesi, e al momento non risulta aver preso decisioni di sorta.
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