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Questo articolo è stato pubblicato il 23 novembre 2013 alle ore 08:44.

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Telco gioca tutte le sue carte sulla non revoca del consiglio Telecom che scadrà comunque con l'assemblea di bilancio di metà aprile. Ma nel caso passasse la mozione presentata dalla Findim di Marco Fossati, la compagine che, col 22,4% del capitale, riunisce Telefonica, Mediobanca, Generali e Intesa-Sanpaolo si riterrebbe in minoranza. Di conseguenza la lista per l'eventuale rinnovo del board contiene solo tre nomi: capofila l'ad Marco Patuano che comunque dovrà assicurare la continuità di gestione; Julio Linares, braccio destro del presidente di Telefonica Cesar Alierta, in rappresentanza del primo singolo azionista (con quasi il 15% in trasparenza); Stefania Bariatti (indipendente), avvocato ed esperta in materia di Agcom e Authority.
Da parte sua Assogestioni – con l'1,585% di 14 fondi italiani ed esteri – ha presentato sette nomi, espressamente non candidabili per ruoli esecutivi o di vertice: Luigi Zingales, Lucia Calvosa, David Benello, Francesca Cornelli, Giuseppe Donagemma, Maria Elena Cappello, Francesco Serafini. Potenzialmente una lista di maggioranza, sebbene conti solo sette nomi sui 15 che compongono oggi il board Telecom. Per passare con certezza tutti e sette, infatti, secondo le regole statutarie, quella di Assogestioni dovrebbe risultare la lista più votata in assemblea. Sempre ammesso, ovviamente, che il cda in carica sia revocato.
Sulla carta potrebbe presentarsi, dunque, una situazione in cui il consiglio Telecom venga rinnovato con un'assoluta maggioranza di indipendenti. Potrebbe essere necessario integrare il numero degli amministratori per rispettare la proporzionalità di quattro quinti alla maggioranza, un quinto alla minoranza. Ma in teoria la richiesta di integrazione potrebbe arrivare da qualsiasi socio che potrebbe proporre in aggiunta altri nomi. Volendo, lo potrebbe fare lo stesso Fossati, più difficile che lo faccia Telco il cui cda ha deliberato ieri di votare contro la revoca chiesta da Findim. Se la mozione fosse respinta, Telco chiederà la conferma di Angelo Provasoli, appena cooptato, mentre deciderà in un cda che si terrà a ridosso dell'assemblea del 20 dicembre la candidatura per la cooptazione al posto dell'ex presidente Franco Bernabè.
Marco Vicinanza, responsabile degli investimenti di Arca e coordinatore del comitato dei gestori che ha varato la lista, sottolinea che la scelta è stata frutto di un processo condiviso all'unanimità e coerente con l'impostazione già adottata da fine settembre. «In sostituzione di Elio Catania, dopo le sue dimissioni, avevamo proposto un altro consigliere indipendente (Francesca Cornelli, ndr) – ha ricordato Vicinanza – anche perchè ravvisiamo in Telecom aspetti critici sul tema del conflitto d'interessi».
Del resto, sul tavolo del prossimo board, con tutta probabilità, potrebbe finire la questione più scottante sotto il profilo dei rapporti con il socio-concorrente Telefonica: la cessione di Tim Brasil. Patuano ha ribadito nell'audizione di giovedì in Senato che il Brasile è strategico per Telecom, ma che, nel caso arrivasse un'offerta non sollecitata, si andrebbe comunque a una gara internazionale per valutare l'eventuale vendita. I consiglieri di Telefonica non potrebbero partecipare al processo decisionale, ma è chiaro che non sarebbe nell'interesse di Alierta di trovarsi un nuovo concorrente agguerrito sul mercato-chiave brasiliano. Un board Telecom più "indipendente" dovrebbe fornire maggiori garanzie a tutto il resto dell'azionariato.
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A PIAZZA AFFARI
Gli investitori
La lista è stata presentata da 14 investitori italiani ed esteri che complessivamente detengono l'1,585% del capitale Telecom e che sono: Aletti Gestielle, Anima, Apg Algemene Pensionen Groep, Arca, Bnp Paribas Investment Partners, Eurizon Capital Sgr, Eurizon Capital Sa, Fideuram Investimenti, Fideuram Gestions, Interfund Sicav, JP Morgan Asset Management Limited, Mediolanum Gestione Fondi, Pioneer Asset Management, Pioneer Investment Management.

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