Il mondo produttivo e la legge di stabilità
LE DUE DOMANDE AI PROTAGONISTI
1. Siamo alla vigilia della presentazione del maxi-emendamento alla legge di stabilità. Le parti sociali sono soddisfatte del rapporto con il governo?
2. Entrando nel merito, la legge di stabilità è stata presentata in parlamento in un modo e appare destinata ad uscirne in un altro. Qual è il cambiamento che ritenete più urgente per superare l'impasse, favorire la crescita e rilanciare l' economia?
a cura di Nicoletta Picchio
4. CISL / Bonanni: utilizzare meglio il frutto della lotta al sommerso
1. Con il governo abbiamo avuto dei contatti informali e questo è importante. Ma in una situazione come questa non basta: c'è bisogno di un confronto stabile, dove poter dire le cose con chiarezza e trasparenza. Con la confusione che c'è tra le forze politiche e nell'opinione pubblica è importante che si discuta delle vere questioni che interessano lavoratori, pensionati e imprese che vogliono investire. È l'unico modo per evitare che le lobby che scorrazzano nei cunicoli del potere abbiano la meglio come spesso accade in circostanze confuse come questa. Non è un problema di ruoli ma di tutela di interessi generali. Il nemico numero uno degli interessi che rappresento è la rendita che, insieme all'alta burocrazia, ha gioco facile quando il dibattito non è trasparente e i grandi soggetti sociali non possono svolgere il proprio compito di sintesi. Conoscendo Enrico Letta ritengo scontato che sia in buona fede nei confronti degli interessi generali, ma è un errore che non può commettere.
2. Serve un accordo tra le parti da recepire per legge in cui si preveda che, nei prossimi anni, tutte le risorse che si recuperano dall'evasione fiscale e dal taglio alla spesa pubblica vengano utilizzate automaticamente per abbassare le tasse su imprese e lavoro. Un meccanismo che ha il pregio di essere chiaro ai cittadini che avrebbero una prospettiva credibile e sarebbero cointeressati a combattere gli sprechi e l'evasione fiscale. Un taglio vigorosissimo delle tasse su lavoro e imprese è un obiettivo prioritario ed essenziale. Abbiamo commesso un gravissimo errore negli anni scorsi: abbiamo pensato che per tagliare il debito occorresse tagliare in modo lineare la spesa, non pensando agli ingranaggi dello sviluppo. Ma un paese manifatturiero come il nostro con bassi consumi avrà un apparato produttivo che ridurrà intensità e volumi di produzione, con effetti negativi sulla produzione stessa, sulla domanda e in generale sull'economia del paese. Bisogna uscire da questa spirale negativa e sbagliata, da questa rincorsa tra debito e tagli che ha fatto avvitare l'economia e ci ha fatto sprofondare nel punto più basso. Siamo rimasti l'ultimo paese in recessione. Quindi bisogna agire immediatamente, per alzare il più possibile nella legge di stabilità il taglio delle tasse per imprese e lavoro. Per farlo occore tagliare la spesa deviata ed inefficiente.
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