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Questo articolo è stato pubblicato il 25 novembre 2013 alle ore 18:40.
L'ultima modifica è del 26 novembre 2013 alle ore 09:59.

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Appena nata e già si perdono le tracce della Trise. La nuova Imposta unica comunale, infatti, si chiamerà "Iuc". Non si applicherà alla prima casa e l'aliquota massima sarà del 10,6 per mille. E porterà in dote ai sindaci italiani ulteriori 500 milioni da destinare alle detrazioni sulle abitazioni principali soprattutto per le famiglie più deboli. È questo il contenuto dell'emendamento dei relatori del ddl Stabilità, depositato in commissione bilancio al Senato.

Si lavora ancora per trovare le risorse per coprire la deducibilità della vecchia Imu e della nuova Iuc da parte delle imprese - deducibilità ai fini Ires e Irpef nella misura del 30%, contro il 20% previsto dal governo con il disegno di legge di stabilità. Nessuna modifica invece alle aliquote della componente servizi (Tasi), l'1 per mille a regime e del 2,5 per mille per l'anno d'imposta 2014.

Secondo quanto precisato dal sottosegretario Legnini, la nuova Iuc rinomina di fatto la tassazione sulla casa, con l'Imu che non sarà più dovuta, la parte dei servizi con la Tasi e quella sui rifiuti con la Tari.

Il Pdl e ora anche Ncd la spuntano, almeno formalmente, sull'esclusione dell'abitazione principale dalla nuova imposta comunale. Il Pd tiene fermo il principo federalista del prelievo lasciando ai sindaci la decisione sulle detrazioni da applicare sulla prima casa, e che di fatto consentiranno di non far pagare l'imposta a quanti con la nuova Tasi sarebbero stati a chiamati a farlo per la prima volta.

«Finalmente - ha commentato Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia - è arrivato l'emendamento sull'Imu: l'ennesimo imbroglio del governo Letta-Alfano. È rimasto l'impianto di quella che era stata proposta come Trise, ma è stata chiamata Iuc: Imposta unica comunale. Stesse aliquote, solo qualche ritocchino tecnico. Il risultato non cambia. Fatti quattro conti, ne deriverà una finta eliminazione dell'Imu sulla prima casa, e una stangata da 10 miliardi si abbatterà, a partire dal prossimo anno, su 25,8 milioni di contribuenti italiani. Una patrimoniale bella e buona».

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