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Questo articolo è stato pubblicato il 25 novembre 2013 alle ore 08:18.
L'ultima modifica è del 25 novembre 2013 alle ore 10:38.

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TOKYO - Sale la tensione tra Giappone e Cina. Il premier Shinzo Abe si è detto oggi "fortemente preoccupato" per le possibili conseguenze dell'annuncio di sabato di Pechino, che ha stabilito una "Zona di identificazione per la difesa aerea" nel Mar cinese orientale che parzialmente si sovrappone allo spazio aereo giapponese intorno alle isole Senkaku (controllate da Tokyo ma rivendicate dai cinesi). Abe ha dichiarato inaccettabile questa mossa, dichiarando di temere che "cambi in modo unilaterale lo status quo nel Mar cinese orientale, provochi una escalation della situazione e causi possibili emergenze".

Prenderemo le nostre misure, ha aggiunto Abe "contro il tentativo di cambiare lo status quo con l'uso della forza in quanto siamo determinati a difendere il nostro spazio aereo e marittimo". Per il ministro degli esteri Fumio Kishida, l'iniziativa cinese è preoccupante non solo per il Giappone ma anche per altri Paesi, con riferimento alle nazioni del sud-est asiatico che hanno contenziosi territoriali in corso.
Il governo giapponese ha avuto l'appoggio di quello americano, che per bocca del segretario alla Difesa Chuck Hagel aveva subito criticato la mossa cinese come " un tentativo destabilizzante di alterare lo status quo nella regione", ribadendo fra l'altro che il trattato bilaterale di Difesa con Tokyo si applica anche alle isole Senkaku (pur senza che Washington prenda una posizione precisa sulla disputa territoriale, di cui Tokyo nega la stessa esistenza).

Anche il Segretario di Stato John Kerry era intervenuto, chiedendo alla Cina di "esercitare cautela" per evitare una escalation che "creerebbe rischi di incidenti". Gli analisti del settore difesa sottolineano che la mossa aumenta in effetti il pericolo di un confronto armato. Tokyo ha elevato una protesta diplomatica, alla quale ha fatto seguito una contro-protesta cinese sia verso Tokyo sia verso Washington.
Le zone di identificazione per la difesa aerea servono come perimetri per la difesa nazionale nel considerare se far partire o meno i caccia se aerei non identificati entrano nell'area senza previa notifica. Gli aerei che non lo faranno potranno ora essere intercettati dalla difesa cinese e, se non ne seguissero le istruzioni, potrebbero essere abbattuti. Poche ore dopo aver stabilito la nuova misura, Pechino ha già effettuato il primo pattugliamento con due aerei ricognitori, il che ha indotto il Giappone a far sorvolare dai caccia l'area interessata.

L'iniziativa di Pechino ha già di fatto alterato lo status quo. Alcune compagnie aeree _ come Korean Air _ hanno dichiarato che dovranno consegnare i piani di volo alle autorità cinesi se passano per quella zona.
Le tensioni tra Tokyo e Pechino per le isole disabitate chiamate Senkaku dai giapponesi e Diaoyu dai cinesi è esplosa l'anno scorso, quando il governo nipponico comprò tre di quelle isole da cittadini privati giapponesi, allo scopo dichiarato di evitare maggiori tensioni se il governo metropolitano di Tokyo, allora guidato dal nazionalista Shintaro Ishihara, le avesse acquistate (come aveva dichiarato di voler fare). Ma a Pechino è parsa una alterazione dello status quo, tanto che la vicenda aveva innescato un temporaneo boicottaggio di merci giapponesi sul mercato cinese.

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