Fisco, le cinque promesse non realizzate dallo Statuto del contribuente
Lo Statuto era stato salutato come la svolta dei rapporti tra fisco e cittadini. In realtà, a tredici anni dal suo varo, innumerevoli violazioni da parte del legislatore e talvolta della stessa amministrazione finanziaria, nonché lo scarso valore attribuito a molti dei principi dalla giurisprudenza di legittimità, hanno, di fatto, svuotato di contenuti sostanziali la legge 212/2000.
4. Quando la colpa dell'errore è del fisco

Secondo l'articolo 10 non possono essere irrogate sanzioni, né richiesti interessi se l'errore del contribuente sia stato causato dal rispetto delle indicazioni del Fisco dallo stesso modificate. Il contribuente è anche scusato quando il comportamento che ha determinato la violazione sia stato causato da fatti conseguenti a ritardi, omissioni o errori degli uffici fiscali, oppure da incertezza sulla portata e sull'ambito di applicazione della norma tributaria. E in questo caso la Cassazione si è orientata a favore del fisco, anche in caso violazioni formali: la repentina successione di norme non giustifica l'inapplicabilità delle sanzioni (Cass. 5324/12) e in tema di sanzioni è richiesta una condizione di inevitabile incertezza (per il giudice) su contenuto, oggetto e destinatari della norma, in presenza di più indicazioni, ed è onere del contribuente allegare tali circostanze (Cass. 20302/13).
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