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Questo articolo è stato pubblicato il 25 novembre 2013 alle ore 08:41.

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I grandi magazziniGumsulla Piazza Rossa, a Mosca (Afp)I grandi magazziniGumsulla Piazza Rossa, a Mosca (Afp)

«Un errore? Forse l'esserci andati troppo tardi». Per Guido Damiani, presidente dell'omonimo gruppo di gioielleria, la Russia è qualcosa di più di una semplice opportunità. L'obiettivo del gruppo, per cui Mosca rappresenta già il primo mercato al di fuori dell'Italia, è quello di aprire a breve una filiale diretta, in modo da approfittare dello sviluppo di una classe media sempre più ampia e della crescita del Paese.

Che ora prova a fare un salto di qualità nell'attrazione dei capitali esteri e a questo scopo da gennaio metterà a disposizione un portale ad hoc dedicato proprio ai potenziali investitori, riunendo le informazioni sulle regole, gli sgravi e gli incentivi possibili.
Le novità sono state esposte dal direttore dell'Agenzia per le iniziative strategiche Svetlana Chupsheva nel forum organizzato dall'Università Bocconi dedicato proprio alle opportunità di investimento in Russia.

Lo studio commissionato da General Invest all'Università milanese tratteggia il quadro di un Paese in movimento, con un interscambio commerciale lievitato a 864 miliardi di dollari, un afflusso di capitali tornato ai livelli pre-crisi, una crescita del prodotto interno lordo superiore al 3% lo scorso anno con prospettive analoghe nel 2013, il tutto in presenza di finanze pubbliche in ordine e un deficit quasi azzerato. Ma soprattutto, a fare gola, sono quei 143 milioni di potenziali consumatori, forti del Pil pro-capite più alto tra i Paesi Brics, con un quarto dell'intera popolazione classificabile nella middle class. Un target pregiato che le nostre aziende da tempo hanno già inquadrato. «Abbiamo provato ad acquisire il leader di mercato nel nostro settore – racconta l'ad di Amplifon Franco Moscetti – ora rilanciamo tentando di rilevare un'altra azienda. Essere in quel Paese è importante, siamo già presenti in 20 Paesi ma vogliamo arrivare anche qui». «Noi siamo insediati nell'area da 20 anni – spiega il direttore delle relazioni istituzionali di Indesit Gaetano Casalaina – e manteniamo la leadership in quello che ormai è il maggior mercato europeo per l'elettrodomestico. Con un consumatore sempre più evoluto, alla ricerca di prodotti tecnologicamente avanzati».

Il "roadshow" in Bocconi, davanti ad una platea di manager, imprenditori e studenti, è servito alla delegazione russa per spiegare anche l'evoluzione recente del quadro finanziario, con una borsa impegnata a semplificare le procedure di quotazione e da settembre accessibile direttamente agli investitori esteri attraverso Citigroup, Credit Suisse, Merrill Lynch e Morgan Stanley. Il rapporto evidenzia un progresso del quadro giuridico e istituzionale con miglioramenti riscontrati nell'efficacia dei tribunali, nella lotta alla corruzione, nello sviluppo della normativa doganale. E tuttavia, anche se la Russia è risalita al 112° posto globale nel "Doing business report" della Banca mondiale, con l'obiettivo di arrivare al 20° posto entro il 2018, i problemi per le imprese non mancano. «C'è ancora troppa contraffazione – spiega il vicepresidente di Altagamma Armando Branchini – e serve più efficienza in dogana». «Confermo – aggiunge Guido Damiani – perché se non spediamo la nostra merce in questi giorni i negozi per Natale rischiano di rimanere senza prodotti». Sui dazi doganali invece i punti di vista sono diversi, e il progressivo abbassamento delle barriere dopo l'ingresso della Russia nella Wto è alternativamente visto come troppo rapido o eccessivamente timido, a seconda che l'impresa sia già presente in loco (Indesit) oppure esporti (Damiani).

Problemi che tuttavia per il presidente della Fondazione Fiera Milano e del Gruppo Il Sole 24 Ore non devono far perdere di vista l'obiettivo principale delle nostre aziende, cioè quello di incrementare l'export verso la maggiore economia ai confini dell'Europa. «Non so entro quanto tempo diverrà il primo mercato del Vecchio Continente – ha spiegato Benito Benedini concludendo il convegno – ma vogliamo che questo avvenga con il contributo determinante delle nostre imprese. I prodotti italiani, il nostro cibo e la nostra cultura sono graditi, dobbiamo essere orgogliosi di ciò che facciamo e valorizzarlo rafforzando le partnership e l'interscambio con la Russia. Responsabilità delle istituzioni, tra cui anche Fondazione Fiera Milano, è aiutare le Pmi italiane a entrare nel mercato russo. E per questo scopo sarà fondamentale sfruttare al massimo la vetrina dell'Expo: noi faremo la nostra parte per favorire un'agenda di incontri bilaterali con l'obiettivo di valorizzare il made in Italy in tutte le sue manifestazioni, non solo i marchi già celebri e celebrati ma anche le Pmi emergenti, che non hanno alternative all'internazionalizzazione».

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