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Questo articolo è stato pubblicato il 25 novembre 2013 alle ore 16:26.
L'ultima modifica è del 25 novembre 2013 alle ore 17:28.

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(Ansa)(Ansa)

Il presidente di Stamina Foundation e Davide Vannoni e una delegazione delle associazioni e dei movimenti pro Stamina che da questa mattina stanno manifestando a Roma davanti la Camera dei deputati, sono stati convocati per un incontro con il prefetto della capitale Giuseppe Pecoraro, nella sede della Prefettura in via IV Novembre. A quanto riferito dallo stesso Vannoni, Pecoraro si sarebbe proposto di fare da intermediario tra i manifestanti e il ministero della Salute.

Proprio in serata è arrivata una nuova «doccia fredda» sul movimento. Il giudice del lavoro dell'Aquila ha rigettato il ricorso per l' accesso al metodo Stamina di Noemi, la bimba di appena 16 mesi affetta da una grave forma di atrofia muscolare spinale. La piccola ha ricevuto anche la visita di Papa Francesco. Il no arriva dopo i due rifiuti emessi dai giudici di Chieti.

Il traffico è stato in tilt a Roma per tutta la mattinata, a causa dei presidi in strade e piazze del centro della capitale: la protesta da parte di chi sostiene il metodo Stamina e chiede «libertà di cura» è poi tornata tutta in piazza Montecitorio. A quando appare le proteste si sono accese quando è stato annullato l'incontro fra la delegazione di manifestanti pro-Stamina e i rappresentanti delle istituzioni inviati dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, per ascoltare le istanze dei pazienti che chiedono le cure con il metodo Stamina.

Secondo quanto si apprende, sarebbe stata giudicata irricevibile da parte della presidenza del Consiglio dei ministri la presenza del presidente di Stamina Foundation, Davide Vannoni, che la delegazione di malati aveva definito imprescindibile affinché l'incontro avvenisse. I manifestanti, invece, avevano posto come condizione imprescindibile proprio la partecipazione di Vannoni all'incontro con le autorità competenti. I manifestanti sono ancora numerosi in piazza Montecitorio, dove si sono verificati anche due lievi malori fra le persone in protesta, che hanno tentato anche di irrompere a Montecitorio.

Nella mattinata ci sono stati momenti di tensione a Roma davanti la Camera dei Deputati dove diverse decine di manifestanti delle associazioni e dei movimenti a favore del metodo Stamina hanno cercato di irrompere nella sede della camera bassa del Parlamento: urla, spintoni, una donna che ha accusato un malore è il bilancio momentaneo della protesta, a tratti arginata con qualche difficoltà dalle forze dell'ordine che non vogliono usare la forza per disperdere i manifestanti. I portoni della Camera sono stati sbarrati e un nuovo reparto di poliziotti in assetto antisommossa è stato fatto arrivare per proteggere l'ingresso. Ai lati dell'entrata al Palazzo sono stati fatti sistemare i manifestanti in carrozzella.

Un gruppetto di manifestanti, composto da cinque-sei persone, avrebbe addirittura minacciato un camera-men. I provocatori, incappucciati e/o con il viso coperto da una sciarpa, hanno chiesto «con toni molto violenti» all'operatore di non effettuare riprese. C'è chi li considera estranei alla protesta, ma sembra certo che ci si stato un dialogo con il fondatore di Stamina Foundation, Davide Vannoni.

«I malati e i familiari, in questa fase, sono disposti ad autotassarsi per sostenere le spese dovute alle terapie che si dovranno svolgere presso gli ospedali pubblici (carotaggi ed infusioni) al fine di non gravare sul Servizio sanitario nazionale». A sostenerlo sono i manifestanti pro-Stamina - il contestato trattamento a base di cellule staminali, messo a punto da Davide Vannoni - in protesta questa mattina a Roma davanti a Montecitorio e nelle strade limitrofe.

I manifestanti - in un volantino distribuito al presidio davanti la Camera dei Deputati - elencano dettagliatamente le loro richieste alle istituzioni. I malati affetti da gravi patologie degenerative, e i loro familiari, chiedono: «L'emissione di un decreto ministeriale d'urgenza che introduca l'istituzione di cure compassionevoli di emergenza, sulla falsa riga del decreto Turco-Fazio del 2006, per i malati gravi e in pericolo di vita; l'immediato sblocco delle liste d'attesa degli spedali Civili di Brescia, per i circa 140 malati in attesa di iniziare le cure con le cellule staminali secondo il metodo Stamina; l'autorizzazione anche per gli altri ospedali ad erogare i medesimi trattamenti».

E ancora: «L'avvio di una sperimentazione scientifica ministeriale eseguita con i crismi di trasparenza, con un Comitato tecnico scientifico internazionale e nomina di un organismo internazionale e indipendente di valutazione, che non sia composto da scienziati che abbiano conflitti di interesse, ovvero che abbiano già espresso pubblicamente giudizi negativi sulla metodica Stamina».

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