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Questo articolo è stato pubblicato il 25 novembre 2013 alle ore 08:58.
L'ultima modifica è del 25 novembre 2013 alle ore 09:51.

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(Ansa)(Ansa)

Centoventotto donne uccise nel 2013. È lunghissimo l'elenco delle donne vittime di violenza. Una vergognosa conta che quest'anno ha registrato una rapida escalation: ad agosto risultavano un'ottantina di casi e le richieste di aiuto di donne vittime di stalking al numero attivato da Telefono Rosa sono aumentate nei primi sei mesi del 2013 di circa il 10 per cento. Con questi numeri ben stampati in mente si celebra, il 25 novembre, la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.

Lo ha ricordato nella mattinata anche il presidente del Consiglio dei Ministri @EnricoLetta su Twitter: «Oggi giornata contro violenza su donne; faremo con M.C.Guerra punto su attuazione ns decreto femminicidio.Norme importanti da applicare bene». Tantissime le iniziative organizzate, in Italia e nel mondo, per sensibilizzare l'opinione pubblica su un tema purtroppo di grande attualità. Tra gli eventi in calendario la lettura alla Camera dei monologhi di Serena Dandini, «Ferite a morte», una Spoon River di storie di donne uccise per mano dei compagni. E per non far sentire sole le vittime, seguono diverse iniziative come quella delle squadre di calcio Salernitana e Frosinone che ieri sono scese in campo a Salerno indossando, prima del fischio d'inizio, maglie con un messaggio sociale anti femminicidio. Oppure l'evento "World for Women" in programma la mattina di lunedì 25 novembre al Teatro Quirino di Roma: Telefono Rosa ha invitato la Premio Oscar 2012, Sharmeen Obaid Chinoy, regista del documentario sulle donne acidificate «Save the Face» e la eroica ex parlamentare afgana Malali Joia, perseguitata dopo aver denunciato la corruzione dilagante nel Parlamento dal quale fu immediatamente cacciata.

Inolte, Enel "accenderà" di Rosso il Campidoglio nella Capitale; il sito della Polizia di Stato dedicherà un Focus all'argomento; decine di paia di scarpe rosse saranno esposte davanti all'ingresso del Centro di Produzione Tv Rai di Milano per richiamare l'attenzione sugli abusi verso le donne; a Napoli andrà in scena al San Carlo uno spettacolo nel nome di Franca Rame che ricordò in un famoso monologo la violenza sessuale subita negli anni 70; a Bari dal 18 novembre fino a domani 70 associazioni hanno prodotto 50 eventi per celebrare la Giornata. Anche le associazioni studentesche Rete degli studenti medi e Unione degli Universitari hanno organizzato iniziative in tutta Italia per dire che "l'unico modo per combattere la violenza sulle donne è ripartire da scuola e università con azioni culturali e politiche".

Che ci sia bisogno di incidere sui modelli culturali lo dimostra uno studio effettuato dall'Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico (Eurodap) proprio in vista dell'appuntamento: tre uomini su dieci non condannano la violenza sulla donna e credono che sia lei, in qualche modo, la responsabile delle aggressioni da parte dell'uomo. In fenomeno ha dimensioni agghiaccianti: più del 70% delle donne nel mondo ha subito violenza almeno una volta nel corso della vita, ha ricordato il segretario generale delle Nazioni unite Ban Ki-moon.

La presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, ha lanciato un appello durante l'intervista ieri al Tg3, alla vigilia della giornata internazionale contro la violenza sulle donne: «Investire sulla prevenzione e l'educazione al rispetto e alle differenze di genere, per contrastare una piaga sociale come la violenza sulle donne». Un fenomeno, ha ricordato Boldrini, che «costa allo Stato ogni anno 17 miliardi per assistenza medica, psicologica, giudiziaria, legale, mancato lavoro, e ovviamente il danno subito dalla donna. La prevenzione conviene quindi anche a livello economico oltre che sociale».

I media la smettano di «usare espressioni come raptus per la violenza sulle donne, o parlare di giallo o di "baby squillo". Queste ultime sono definizioni veramente offensive, che puntano sulla vittima e non su chi umilia la donna». Così la presidente della Camera Laura Boldrini ha rilevato che «la violenza sessuale non va mai accettata come cosa normale», invitando ad «educare i bimbi al rispetto di genere, in famiglia ed a scuola. Ed a coinvolgere anche gli uomini per avere risultati efficaci».

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