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Questo articolo è stato pubblicato il 28 novembre 2013 alle ore 13:30.
L'ultima modifica è del 28 novembre 2013 alle ore 15:39.

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La decisione di Papa Francesco di nominare il suo segretario, il maltese monsignor Alfred Xuereb, delegato per le due Commissioni referenti sullo Ior e sulle attività economiche della Santa Sede ha a prima vista un duplice significato.

Anzitutto il Papa ha voluto creare un collegamento più stretto e sistematico con i vari "cantieri" di riforma da lui aperti nei primi quattro mesi di pontificato, su tutti quelli più urgenti relativi alle finanze vaticane, da cui erano arrivati (e arrivabo ancora) i maggiori grattacapi.

Le due commissioni stanno lavorando e qualche risultato - specie quella sulle finanze, composta perlopiù da laici - lo stanno producendo, viste le novità di rafforzamento dello statuto e dei poteri dell'Aif, norme introdotte soprattutto perchè in tempo stringe in vista dell'esame di Moneyval. Ma i lavori evidentemente necessitano di una regìa unica che fino ad oggi non c'era, visto che il nuovo segretario di Stato, Pietro Parolin, si è insediato solo da una decina di giorni.

Xuereb sarà "delegato", quindi parteciperà ai lavori ma avrà in particolare il ruolo di anello di congiunzione con il Papa, che ha come interfaccia anche il G-8 cardinalizio che sta studiando la riforma dell'intera Curia (e che si riunità la prossima settimana pr tre giorni). «Questa è una fase in cui le due Commissioni lavorano intensamente e portano i loro frutti che saranno poi sottoposti al consiglio dei cardinali», ha spiegato il portavoce, padre Federico Lombardi. «È un lavoro intenso ed è quindi stato ritenuto molto utile avere una persona che riferisca sull'attività di queste Commissioni». In sostanza, per Lombardi il papa ha istituzionalizzato un ruolo che monsignor Xuereb aveva già nei fatti: «Si è voluto dargli una figura ufficiale riconoscendo questo ruolo di raccogliere e dare informazioni di tramite con le Commissioni e garantire le necessarie comunicazioni».

L'altro aspetto quindi è proprio il ruolo che Bergoglio sta affidando alla sua segreteria particolare, a Santa Marta. Bergoglio non aveva un segretario "factotum" come i precedenti pontefici al momento dell'elezione e gli fu affiancato Xuereb, che era il "numero due " della segreteria di Ratzinger. Ma lo stile di Francesco ha immediatamente cambiato questa figura, che invece era centrale (e molto influente) nei precedenti papati. Ora Bergoglio ha deciso che il suo collaboratore abbia un ruolo operativo di anello di congiunzione con parti della Curia, ma in una forma più articolata e tematica, e non solo quindi come "filtro". Del resto abitare a Santa Marta ha proprio questo significato: rompere gli imbuti.

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