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Questo articolo è stato pubblicato il 28 novembre 2013 alle ore 19:37.

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Tablet per tutti gli alunni, lavagna digitale e-board per l'insegnante. È stata inaugurata questa mattina la prima classe digitale romana, una seconda della scuola media Michelangelo Buonarroti, presso l'istituto comprensivo Regina Elena. L'iniziativa è nata dal progetto internazionale Samsung Smart Future per favorire lo sviluppo della digitalizzazione nell'istruzione delle scuole primarie e secondarie di primo grado. La preside del Regina Elena, Rossella Sonnino si è detta felice ed onorata di essere parte del progetto: «Fuori scuola assistiamo a un uso problematico e fuori controllo delle tecnologie da parte dei minori, da qui i fenomeni legati al cyberbullismo. Ma oggi la scuola reagisce a tutto questo accorciando le distanze tra sviluppo tecnologico e bisogni formativi dei nostri ragazzi. I docenti si stanno formando per evitare che il linguaggio della scuola sia fuori dal campo immaginario del bambino. Utilizzano infatti le tecnologie in funzione didattica, aiutando gli studenti a costruire attraverso i tablet il loro percorso di formazione in modo divertente e creativo».

Coinvolte sette regioni Italiane
Si tratta di un progetto triennale partito quest'anno con 25 classi in 7 regioni italiane (Lazio, Lombardia, Umbria, Abruzzo, Puglia, Toscana e Liguria), ma che nei prossimi due anni arriveranno a 300 per coprire tutto il territorio nazionale. «Mettiamo al servizio della comunità la nostra esperienza per affiancare le istituzioni scolastiche, gli insegnanti e le famiglie importando la tecnologia sui banchi di scuola», ha sottolineato Luca Danovaro, Corporate marketing director di Samsung Italia. «Vogliamo formare i minori dai 6 ai 13 anni, che tra dieci anni saranno il futuro dell'Italia. La tecnologia darà loro la possibilità di stare al passo coi tempi ed essere pronti in futuro per il mondo del lavoro». Per il momento sono state inaugurate due classi, a Roma e Milano.

Come si svolge la lezione digitale
L'insegnante, attraverso una soluzione progettata da Samsung, caricherà i contenuti delle lezioni, condividerli con gli studenti, potrà realizzare attività di gruppo, effettuare quiz e sondaggi per verificare la comprensione degli allievi. Il tutto garantendo al docente monitoraggio e controllo delle attività, con la facoltà di bloccare alcune funzionalità dei tablet e addirittura di spegnere tutti i dispositivi in automatico. Il debutto di smart future é avvenuto con uno studio pilota realizzato insieme all'Università Cattolica - Cremit (Centro di ricerca sull'educazione ai media, all'informazione e alla tecnologia), diretto dal professor Pier Cesare Rivoltella, ordinario di Didattica generale e direttore del centro.

Alla Cattolica si mette a punto un modello di monitoraggio
All'interno della Cattolica l'osservatorio sui media e i contenuti digitali nella scuola per mettere «a punto un modello di monitoraggio che, per un progetto come smart future, rappresenta un elemento chiave», ha spiegato Rivoltella. «Infatti, introdurre tecnologia nelle classi senza verificare sulla base di evidenze cosa poi realmente succeda, non consentirebbe di capire né come orientare il progetto stesso né cosa suggerire per delle policies che intendano muoversi su più ampia scala». Nell'insieme, smart future prevede non solo la dotazione tecnologica delle classi ma anche la realizzazione di training specifici rivolti agli insegnanti, con l'obiettivo di migliorare le modalità di insegnamento e quindi di apprendimento da parte degli studenti. Parte integrante del progetto é l'advisory board costituito da dieci esperti provenienti da diversi ambiti attinenti al mondo dell'educazione e della scuola tra i quali Antonio Affinita, presidente del Moige, Dianora Bardi, fondatore e vice presidente del Centro studi impara digitale, Maria Latella, giornalista, Pier Paolo Limone, professore di Pedagogia dei media presso il Dipartimento di studi umanistici dell'università di Foggia, Stefano Ribaldi, vice direttore di Rai educational, Giorgio Riva di Rcs per Aie, Pier Cesare Rivoltella e Alfonso Rubinacci, esperto di sistemi formativi. (N.Co.)

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