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Questo articolo è stato pubblicato il 28 novembre 2013 alle ore 17:49.
L'ultima modifica è del 28 novembre 2013 alle ore 18:07.

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Entro fine 2014 si prenderà una decisione riguardo alla costruzione del nuovo stadio, nell'area a nord ovest di Milano dove si terrà la kermesse internazionale di Expo 2015. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, durante la conferenza di presentazione del «Masterplan post expo 2015». Maroni ha poi aggiunto che «per ora l'unica dimostrazione d'interesse pervenuta è quella del Milan, che ha aperto un avviso pubblico. Entro fine anno, se non ci saranno altre offerte, inizieranno le trattative private col club rossonero. Vedremo entro fine anno se arriverà anche quella dell'Inter e allora si faranno le procedure ordinarie, altrimenti per quanto mi riguarda lo stadio lo fa il Milan».

Quella dello stadio è solo una delle anime, forse la principale, della riconversione del sito espositivo: si è avviato oggi, con la presentazione ufficiale del masterplan da parte della società Arexpo proprietaria delle superfici, il percorso che condurrà alla trasformazione dell'area. Una volta chiusi i cancelli della manifestazione, dopo aver smantellato la maggior parte dei padiglioni internazionali (tranne il Padiglione Italia che resterà in piedi), nascerà un parco multi-tematico grande quanto Parco Sempione, a cavallo tra i comuni di Rho e Milano. Con i suoi 44 ettari compatti, sarà il cuore del post Expo 2015. Già dal primo novembre 2015, dopo il semestre dell'Esposizione universale, bisognerà aprire i cantieri del grande progetto di riqualificazione urbana.

«Il post Expo - ha aggiunto Roberto Maroni - é quasi più importante di Expo: è rilevante per i decenni a seguire». A febbraio 2014 si terrà l'assemblea di Arexpo (i cui soci di maggioranza sono Comune di Milano e Regione Lombardia, seguiti da Fondazione Fiera di Milano, Comune di Rho e Provincia di Milano) che approverà il piano urbanistico definitivo e, subito dopo a marzo, verrà lanciata la prima gara internazionale per individuare il soggetto attuatore del masterplan. «Questo vuol dire che per lo stadio bisognerà chiudere entrò la fine di quest'anno - ha chiuso Maroni -: siamo aperti ad altre squadre che vogliano presentare le loro proposte. La società Arexpo procederà attraverso un avviso pubblico per vedere se ci sono altre manifestazioni di interesse, sennò si avvierà la trattativa privata con il Milan».

E lo stesso presidente della Regione ricorda che la proposta del Milan si concentra solo su 12 ettari degli oltre 100 disponibili, «quindi resta lo spazio per fare anche tante altre cose». La scadenza di febbraio-marzo 2014 é inderogabile, ha ricordato la società Arexpo. Lo stesso sindaco di Milano, Giuliano Pisapia ha ricordato che lo stadio è solo una delle proposte per il dopo Expo: «Senza pianificare il futuro - ha detto -, senza mettere oggi dei paletti ragionati sulle scelte che si faranno il futuro, rischiamo di trovarci una porzione di deserto in città. Ecco perché é importante prefigurarsi già da oggi una progettualità in grado di valorizzare le aree, dopo la manifestazione. Alcuni padiglioni non necessariamente devono essere smontati, ce ne saranno di bellissimi. Il 54% del terreno dovrà avere destinato a un parco tematico. E la cascina Triulza ospiterà le Ong e più in generale sarà la casa del terzo settore. Oltre a questi punti fermi, il resto verrà valutato all'interno di un piano globale, consapevoli che i consigli comunali di Milano e Rho avranno un ruolo fondamentale nel decidere come utilizzare quelle aree, tenendo conto del progetto che vincerà il bando pubblico. I progetti saranno valutati da una commissione di garanzia».

Ognuno infatti oggi ha le sue idee sul futuro di Expo. Alla società Arexpo sono arrivate una quindicina di manifestazioni di interesse: si tratta di diverse proposte, ciascuna con la sua anima, che hanno ispirato la società nella redazione del masterplan definitivo. «Credo che debbano essere tutte proposte su cui riflettere - ha aggiunto il sindaco - é fondamentale definire quali siano i valori di insieme e ribadire alcuni concetti. Il primo riguarda il no condiviso da tutti alla cementificazione e, il secondo, è la volontà di allestire un luogo che servirà la città, capace di unire esigenze diverse».

Nella giornata di presentazione del futuro dell'area Expo, dopo la chiusura dell'evento internazionale, è intervenuto anche Benito Benedini, il presidente della Fondazione Fiera Milano (che ha investito nel progetto ed è socia della stessa società Arexpo»: «Dopo un lento avvio - ha detto - la macchina organizzativa sta marciando. Inizia ad essere più nitido il ritratto di quello che sarà Expo 2015. È importante che tutte le istituzioni siano concordi sul futuro destinazione di quel l'area importante e strategica per Milano. L'Expo potrà e dovrà lasciare in eredità anche un enorme patrimonio di infrastrutture, un piano di riutilizzo degli spazi espositivi e un piano di servizio per la realizzazione di insediamenti che saranno valutati, come finalita d'uso, secondo criteri selettivi di sostenibilità economica e sociale».

L'aspettativa é quella di «una partnership pubblico-privato - ha aggiunto Benedini - che sappia valorizzare al meglio quegli elementi di innovazione e modernizzazione per lo sviluppo di un modello di territorio all'avanguardia. La società Arexpo ha ricordato che la superficie totale interessata dal progetto è di circa 105 ettari, ma che le aree dove si concentreranno i volumi sono inferiori a 23 ettari, per una edificabilità massima complessivamente realizzabile pari a circa 489mila mq. A cui si aggiungono ulteriori 30.000 mq edificabili destinati all'housing sociale.

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