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Questo articolo è stato pubblicato il 30 novembre 2013 alle ore 08:44.

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Continua a restringersi il mercato degli agrofarmaci. E le aziende produttrici, a fronte di norme comunitarie molto vincolanti, lanciano l'Sos e trasferiscono gli investimenti in ricerca e sviluppo fuori dei confini Ue.
A sottolineare il trend di flessione di questo settore, strategico per la difesa e l'espansione delle colture agricole (in Europa vale circa 10 miliardi, di cui un miliardo solo in Italia) è stato il recente report annuale dell'Istat. Nel nostro Paese negli ultimi dieci anni l'uso di fitofarmaci è crollato del 20 per cento. Ma i risultati di una ricerca commissionata dall'Associazione europea dell'industria degli agrofarmaci (Ecpa) denunciano una situazione di crisi profonda e diffusa in tutta l'Unione europea. Lo studio, in particolare, indica che nel 1995 i grandi produttori mondiali che investivano nel settore erano 34 (8 in Europa, 11 negli Stati Uniti, 16 in Giappone), ma in una quindicina d'anni il loro numero si è dimezzato. Nel 2012 risultavano infatti dieci i big attivi nel Sol Levante, tre in Usa e quattro (Bayer, Syngenta, Basf e Isagro) nel Vecchio Continente. Con gli investimenti finalizzati alla ricerca di nuovi prodotti che in Europa, dal 33,3% del totale mondiale negli anni Ottanta sono crollati oggi al 7,7 per cento. L'indagine Ecpa evidenzia che i fondi vengono sempre più spesso utilizzati per confermare i prodotti in commercio non più coperti da brevetto. In pratica, per soddisfare le rigide norme del sistema di registrazione, anziché per individuare soluzioni innovative adattabili alle più diverse condizioni colturali. «Rammarica constatare questa situazione che pesa sulle spalle di chi quotidianamente affronta le nuove sfide poste dall'agricoltura», afferma il presidente di Agrofarma, Andrea Barella. Che poi significa «soddisfare la crescente domanda mondiale di cibo con l'impiego di soluzioni innovative che garantiscono la tutela dell'ambiente e della salute. E l'Italia, che ogni anno investe 49 milioni in ricerca e sviluppo per gli agrofarmaci, pari al 6% del fatturato totale del settore, subisce le conseguenze dell'attuale quadro legislativo europeo».
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