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Questo articolo è stato pubblicato il 02 dicembre 2013 alle ore 07:17.
L'ultima modifica è del 02 dicembre 2013 alle ore 15:31.

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La Regione Campania negli ultimi anni è stata più volte sull'orlo del dissesto per una grave carenza di contante che è stata superata solo a partire dallo scorso anno. La situazione dei conti, pur rimanendo critica, ha invertito la marcia grazie alla politica di austerità condotta dalla giunta presieduta da Stefano Caldoro e attuata dall'assessore al Bilancio, Gaetano Giancane, generale della Guardia di Finanza in pensione e uomo chiave del piano di risanamento.

L'esposizione finanziaria dell'amministrazione è scesa dai 10,3 miliardi del 2010, anno d'insediamento della giunta di centro-destra, a 9,1 miliardi al netto della cartolarizzazione dei debiti della Sanità, mentre il servizio del debito si è attestato sui 400 milioni. Nello stesso periodo i residui attivi, cioè i crediti accertati ma non riscossi, sono calati da 22,2 a 14 miliardi.
Anche i dipendenti sono diminuiti di circa 400 unità, con un costo di 220 milioni contro i 245 di due anni prima.
Decisivo per la ricostituzione della cassa è stato il finanziamento di 3,1 miliardi concesso dallo Stato per il pagamento dei crediti ai fornitori.
Sta inoltre per raggiungere il pareggio il disavanzo della Sanità, che però sconta uno scadimento della qualità del servizio per i tagli drastici all'occupazione provocati dal del blocco del turnover (10mila unità in meno). Per la carenza di personale medico, la Asl Napoli 1 Centro, che ha il più grande bacino d'utenza d'Europa, paga 5 milioni di straordinari agli anestesisti.

La Sanità è comunque tuttora commissariata anche per le inadempienze in cui è incorsa la Regione negli anni passati.
Nonostante tutti i miglioramenti, l'amministrazione campana resta in prognosi riservata non solo per i dati di bilancio ancora critici, ma anche e soprattutto per il buco nero del sistema delle partecipate. Particolarmente delicata appare la situazione delle società di trasporto su ferro facenti capo all'Eav, l'Ente Autonomo Volturno, il cui debito pregresso, ancora in fase di accertamento, è stimato sui 750 milioni.

Turbolento anche il rapporto tra la giunta e la dirigenza di ruolo, che ha presentato un esposto contro il nuovo ordinamento amministrativo della Regione, all'esame della Procura della Corte dei conti. Per il Direr, il sindacato regionale dei dirigenti, sono soprattutto motivo di scandalo gli uffici di diretta collaborazione del presidente. Dei dirigenti che lavorano in questi uffici non sono mai stati resi noti né i decreti di nomina né i contratti.

Dai documenti che Il Sole 24-Ore pubblica in esclusiva nella parte a pagamento dell'inchiesta emerge che per il personale della segreteria del presidente e del suo capo di gabinetto è stata fissata per decreto un'indennità di diretta collaborazione compresa tra 10.500 e 15mila euro.

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