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Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2013 alle ore 12:08.
L'ultima modifica è del 05 dicembre 2013 alle ore 21:03.

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Quando venne lanciata per la prima sui social network, il 16 ottobre 2011, fece subito il botto: 72mila contatti su Facebook nel giro di 48 ore. Tanto che la notizia venne subito ripresa da servizi Tg di Sky e Rds. Era una «Lettera aperta ai creativi e ai lavoratori della mente» scritta di getto che, per la prima volta, ipotizzava di tutelare i diritti di una categoria trasversale di professionisti, operativi in tutti gli ambiti delle espressioni creative. Registi, pubblicitari, designer e architetti, ma anche sviluppatori, grafici, stilisti, autori tv... Insomma, l'intera galassia dei professionisti della mente, a 360 gradi.

«Era una domenica pomeriggio, mi accorsi subito di avere intercettato una realtà finora rimasta senza voce. In sole tre ore ebbi 12.400 condivisioni», racconta Alfredo Accatino, direttore creativo di Filmmaster Events e autore della Lettera. «Al documento aderirono subito creativi come Annamaria Testa, Massimo Guastini e il direttivo di Adci (Art Directors Club Italiano), figure trasversali espressione di mondi apparentemente lontani, come Giampiero Solari e Pablo Echaurren, Stefano Disegni e Antonio Barrese».

Scatta la mobilitazione sul web
Da quel momento, anche all'interno del gruppo FB Creativi che riunisce 4.500 professionisti, tra creativi famosi e giovani talenti, si è aperto un dibattito, e «si è identificato un tema comune». Un percorso aperto a tutti, nei quali «ognuno è invitato a dare il proprio contributo su modello partecipativo e autonomo Luther Blisset. Punto di congiunzione il colore giallo (Pantone Yellow C).

Così, oggi, forti anche di quell'esperienza, i creativi ripartono all'attacco. E scatta la «prima mobilitazione del mondo creativo per la tutela dei professionisti della mente per il rilancio del Paese», con una petizione online che nei primi 5 giorni ha prodotto 4.700 firme. La mobilitazione, promossa da Accatino e sostenuta dalla rete con l'hashtag #rivoluzionecreativa, nasce per sensibilizzare Governo, istituzioni e forze politiche per il riconoscimento della valenza strategica di questa realtà.

Oltre 2 milioni di creativi in Italia

Copywriter, art director, grafici, designer, blogger, insieme ai professioni della moda, dello spettacolo, dell'industria culturale, dell'editoria e dei media: sono circa 2 milioni gli italiani attivi nella filiera creativa. «E producono il 5,8% del Pil nazionale solo nell'industria culturale, per un valore di 80,8 miliardi di euro secondo il Rapporto 2013 Unioncamere / Fondazione Symbola», sottolinea il promotore.

L'obiettivo della «rivoluzione creativa»? È che si attuino «iniziative concrete come la riformulazione del diritto d'autore e la tutela dei professionisti. Anche perché questa galassia comprende esponenti di nuovi linguaggi e tecnologie che caratterizzano la nostra identità culturale e il made in Italy». «Ora hanno difficoltà a continuare l'attività o a difendere le proprie imprese. Eppure creatività, ricerca tecnologica, arti e culture giovanili rappresentano il futuro del Paese»

La Petizione: raccolte quasi 5mila firme
La petizione, lanciata sul Web, attraverso i siti www.change.org e creativi.eu, ha già raccolto l'adesione di importanti esponenti della creatività italiana. L'obiettivo è l'attuazione di iniziative giuridiche e istituzionali concrete che tengano conto delle esigenze della filiera creativa, valorizzando anche arti, ricerca tecnologica e culture giovanili.

Incentivi per start up e per under 30
Tra le richieste, la creazione di forme contrattuali innovative, ma anche sostegno alle donne, tutela della maternità, nonché richieste specifiche per le imprese creative. Come riduzioni fiscali e incentivi per start up, e in particolare incentivi per under 30, factory, realtà collettive. Inoltre, regolazione del sistema gare, rimborsi di partecipazione e riconoscimento della voce "creatività" nei formulari, detrazione per ricerca e sperimentazione. E incentivi per stage, apprendistato, assunzioni nell'area creativa.

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