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Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2013 alle ore 12:24.
L'ultima modifica è del 03 dicembre 2013 alle ore 16:03.

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Si è sposato con il proprio compagno all'estero e, una volta rientrato a Bologna ha chiesto e ottenuto il congedo matrimoniale dall'Università, in cui lavora come tecnico specializzato. È il terzo caso, negli ultimi anni, in cui l'ateneo bolognese, per quella che ormai viene definita in grande tranquillità una prassi amministrativa, riconosce lo stesso diritto ai 15 giorni di licenza (extra ferie ordinarie) a chi sceglie di dire "sì per tutta la vita", a prescindere dal suo orientamento sessuale.

I precedenti, fanno sapere dall'Università, riguardano una donna che lavora in amministrazione che ha sposato la sua compagna, e un ricercatore che ha fatto lo stesso con il suo fidanzato. Nessuno "scandalo", dunque, nella città dell'Alma Mater, tanto che da parte del rettore, Ivano Dionigi, non sono state rilasciate dichiarazioni in merito.

Come prevedibile la notizia ha suscitato il plauso delle associazioni Lgbt. Il primo commento è, infatti, arrivato da Sergio Lo Giudice, ex presidente dell'Arcigay bolognese e attuale senatore Pd: «Io sono un insegnante. Quando mi sono sposato ho fatto richiesta al ministero dell'Istruzione per avere il congedo matrimoniale, ma me l'hanno negato. Mentre lo Stato continua a ignorare queste persone, sono la società e la giustizia che, un pezzo alla volta, affermano questi principi di eguaglianza».

Nei giorni scorsi anche Coop Adriatica ha approvato un "pacchetto" di provvedimenti rivolto ai propri dipendenti omosessuali; pacchetto che comprende anche il congedo matrimoniale. Analoga risoluzione è stata presa da Servizi Italia, società del Parmense che conta circa millecinquecento dipendenti che, accogliendo la richiesta dei sindacati, ha riconosciuto il diritto alla licenza di matrimonio a tutti coloro che lo contraggono, eterosessuali o no.

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