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Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2013 alle ore 06:45.

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È ufficiale: i sei quesiti sulla giustizia depositati a fine settembre dai radicali e sostenuti dal Pdl non verranno mai sottoposti al giudizio degli elettori italiani. L'ufficio referendum della Cassazione ha ufficialmente "bocciato" l'ultima iniziativa di Marco Pannella e dei compagni del movimento radicale: nessuno dei quesiti ha raggiunto il quorum delle 500mila firme valide (il quesito che ha ottenuto più firme è quello sulla responsabilità civile che comunque si ferma a 421.117). È l'esito delle riunione di ieri mattina dell'ufficio del referendum della Cassazione, presieduto da Corrado Carnevale.
«Verificheremo assieme al Comitato promotore dei referendum i motivi per cui numerosissime firme siano state ritenute non valide e se ciò sia dovuto a irregolarità formali dipendenti dall'attività di enti istituzionali» ha commentato Valerio Spigarelli, presidente dell'Unione camere penali (tra i promotori). «Ciò che va ribadito – sottolinea – è che i temi referendari non possono sfuggire all'agenda politica».
Quando giovedì scorso la bocciatura era stata annunciata (ma non ancora ufficilizzata) Marco Pannella aveva preannunciato che i radicali faranno ricorso: non sono ancora state esaminate le firme che sono arrivate con plichi postali dopo la scadenza del 30 settembre, circostanza che fa dire ai radicali che i conteggi non sono ancora conclusi.
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