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Questo articolo è stato pubblicato il 04 dicembre 2013 alle ore 19:40.
L'ultima modifica è del 04 dicembre 2013 alle ore 21:19.

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Tensione nell'aula della Camera dopo la decisione della presidenza di anticipare l'esame del Tap (Trans Adriatic Pipeline), progetto concorrente al Nabucco per aprire entro il 2020 la nuova rotta energetica verso gli enormi giacimenti dell'Azerbaijan. I deputati del Movimento 5 stelle hanno occupato i banchi del Governo, denunciando la violazione dell'articolo 119 comma 4 del regolamento della Camera, che blocca, con limitate eccezioni, qualsiasi deliberazione durante la sessione di bilancio. Dopo una lunga sospensione dei lavori la conferenza dei Capigruppo ha rinviato a domani mattina alle 10 l'esame della ratifica nell'Aula della Camera. Sarà una giunta per il regolamento, convocata per le 9, a valutare le richiesta di M5S di rinviare il via libera all'accordo al termine della sessione di Bilancio.

Nel pomeriggio lo scontro si è quasi trasformato in scontro fisico con i deputati della maggioranza, con reciproche accuse di squadrismo fra Pd e 5 stelle. «L'urgenza della discussione sul Tap - ha spiegato poi il ministro Dario Franceschini ai cronisti - è dettata dal fatto che il 17 c'è la ratifica del trattato e il regolamento prevede esplicitamente questo caso. Grecia e Albania hanno già ratificato, la capigruppo lo aveva inserito in calendario, non vedo il problema».

Per Riccardo Fraccaro si tratta invece di una «violazione del regolamento: questo non rientra nei casi previsti». Il regolamento prevede il voto sui «disegni di legge di autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali e di recezione e attuazione di atti normativi delle Comunità europee, quando dalla mancata tempestiva approvazione dei medesimi possa derivare responsabilità dello Stato italiano per inadempimento di obblighi internazionali o comunitari».

Nel mirino dei deputati pentastellati, il cui comportamento sarà comunque probabilmente oggetto di valutazioni da parte dell'ufficio di presidenza di Montecitorio, in particolare l'intervento di Piero Martino del Pd: «Mi ha strappato il cellulare di mano», ha raccontato Emanuele Scagliusi. Il battibecco si è riacceso in Transatlantico, di fronte ai cronisti: «Me lo hai puntato in faccia, il regolamento non vi permette di fare i filmini», è stata la replica di Martino.

«Ci sono i commessi, non può fare il giustiziere, è un deputato», ha commentato dal canto suo l'altro M5S Alessandro Di Battista, apostrofato con un «a fenomeno» in pieno Transatlantico dal parlamentare del Pd Enzo Lattuca, coinvolto in passato in un altro contestatissimo episodio di «vicinanza fisica» ai deputati dell'opposizione.

La discussione si è poi allargata, con Manlio Di Stefano (M5S) che ha accusato Martino di «aggressioni abituali» e l'esponente democratico che gli ha replicato: «Mi hai detto ti spacco la faccia». Secondo Di Battista «i deputati del Pd sono squadristi di bassa categoria». Per Ettore Rosato, segretario d'aula del gruppo democratico, «sono loro ad avere esercitato attività violente occupando i banchi del Governo a spintoni, e ora furbescamente si mettono nella posizione delle vittime ma non lo sono». Quanto a Martino, «lo conoscete, non è un picchiatore, è stato provocato».

La ripresa della seduta, sospesa dopo l'occupazione dei banchi del governo da parte dei deputati di M5S, è stata fissata al termine della conferenza dei capigruppo.

Boldrini: un atto molto grave
L'occupazione dei banchi del governo da parte dei deputati del M5s durante i lavori d'aula «è un atto molto grave». Così Laura Boldrini, secondo quanto è stato riferito,durante l'Ufficio di presidenza della Camera. Boldrini ha chiesto ai deputati questori di fare rapidamente una istruttoria sulla vicenda e poi riferire in Ufficio di presidenza per decidere su eventuali nuove sanzioni.

Di Stefano su Facebook: «Ominicchio solito alla violenza»
«Ecco il video dell'ennesima aggressione di quello squadrista di Pierdomenico Martino del Pd, un ominicchio solito alla violenza». Così il deputato 5 stelle, Manlio Di Stefano, su Facebook dove ha postato il video girato in Aula alla Camera. Lo stesso video pubblicato sul profilo ufficiale del gruppo M5S di Montecitorio e da altri deputati grillini.

«Abbiamo chiesto di rispettare l'articolo 119 comma 4 del regolamento relativamente al Tap - spiega Di Stefano - opera dannosissima e inutile, ma a quanto pare quest'aula è abituata alla dittatura della maggioranza». Risposta di Martino: «Basta con le menzogne, querelo. Hanno occupato i banchi del governo gridando al rispetto del regolamento. Di fronte ad uno di loro che tirava fuori il telefonino per riprendere la scena in Aula gli ho fatto notare che fare riprese in Aula è vietato proprio da quel regolamento di cui chiedono il rispetto».

A quel punto, racconta il deputato Pd, «uno di loro mi ha puntato il telefonino letteralmente in faccia. Io, a quel punto, ho spostato il telefonino e gli ho detto che non mi poteva riprendere». I Cinque Stelle affermano però che oltre al telefono di Scagliusi Martino avrebbe aggredito Sibilia, sempre del M5S. «Lui neppure c'era. E da lontano è stato lui che mi ha gridato ti spacco la faccia...».

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