Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 04 dicembre 2013 alle ore 10:30.

My24

Un fondo per la progettualità culturale da 30 milioni per finanziare progetti di sviluppo integrati e duraturi. Un budget da reperire ogni anno dalle risorse messe a disposizione dalle politiche di coesione dei fondi europei (il nuovo ciclo di programmazione dal 2014 al 2020 assegna all'Italia circa trenta miliardi di euro), con un cofinanziamento statale del 50 per cento. È la proposta avanzata questa mattina in Campidoglio in occasione della presentazione di uno studio di Federculture e della Fondazione Ifel su "Le forme di partenariato pubblico-privato e il fondo per la progettualità culturale". Il Fondo, che in tre anni potrebbe diventare rotativo, seguirebbe il modello è quello della Cassa depositi e prestiti: pubblico ma aperto ai privati.

La riduzione dell'impegno pubblico e le opportunità legate all'Europa
In Italia i siti culturali sono 4.500. Sei su dieci sono di proprietà pubblica. Il problema - sottolinea - è che la macchina, che potrebbe viaggiare ad alte velocità, è sempre più in riserva. Le risorse per gestire questo patrimonio sono sempre meno. A cominciare da quelle pubbliche: in dieci anni il budget del ministero ha perso quasi un miliardo. In un anno, tra il 2010 e il 2011, i Comuni hanno ridotto dell'11% gli investimenti annuali. Complice la crisi, anche gli investimenti privati, soprattutto nell'ultimo anno, sono in calo: nel 2012 da sponsorizzazioni, erogazioni liberali e fondazioni bancarie sono arrivati alla cultura fondi per 500 milioni: il 10% in meno dell'anno precedente. C'è l'Europa, si dirà. Il programma "Creative Europe" ha una dotazione di 1,4 miliardi, "Horizion 2020" mette a disposizione 70 miliardi, e da "Sviluppo rurale" possono arrivare 85 miliardi. I fondi europei, tuttavia, sono intercettati con difficoltà e utilizzati in maniera poco efficiente dalle amministrazioni pubbliche.

Per il Fondo il modello Cdp
La soluzione, spiegano Federculture e Fondazione Ifel (la fondazione dell'Anci), è dunque uno strumento finanziario, un Fondo per la progettualità culturale. Ispirato al fondo per la progettualità delle infrastrutture già esistente nella Cassa depositi e prestiti e creato guardando le esperienze di altri paesi europei, il Fondo darebbe impulso al settore culturale. Come il fondo già esistente presso la Cdp finalizzato a razionalizzare e accelerare la spesa delle amministrazioni pubbliche di cui finanzia la progettazione, nella fase preliminare e in quella esecutiva, anche quello culturale favorirebbe le amministrazioni nel verificare in anticipo la sostenibilità economico-finanziaria e gestionale dei progetti.

L'obiettivo: attrarre i contributi dei privati
«Studi di fattibilità affidabili - ricorda Claudio Bocci, direttore Federculture - sono la condizione indispensabile per il coinvolgimento, oltre ai Comuni, di altri livelli istituzionali e di altri soggetti pubblici (Soprintendenze statali, Camere di Commercio, eccetera). Sono l'occasione per uscire dal recinto pubblico e mobilitare potenziali partner privati (fondazioni bancarie, associazioni di categoria, imprese). Solo in questo modo - conclude Bocci - potremo i porre i territori in condizioni competitive nell'assegnazione di risorse comunitarie. Il nuovo strumento sarebbe di particolare utilità per sostenere gli Accordi di Valorizzazione, previsti dall'art. 112 del Codice dei beni culturali e del paesaggio». Qualità dei progetti e programmazione integrata anche per attrarre contributi privati. E valorizzare al massimo quell'immenso museo che si chiama Italia.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi