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Questo articolo è stato pubblicato il 05 dicembre 2013 alle ore 06:46.

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Abi e Confindustria dovranno aumentare la collaborazione per sostenere il processo dell'internazionalizzazione delle imprese italiane. Un punto sul quale hanno concordato ieri il direttore generale, dell'Abi, Giovanni Sabatini, e il direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci, nell'ambito del convegno organizzato da Anspc e dedicato all'internazionalizzazione dei servizi bancari a sostegno delle imprese all'estero. «Negli ultimi anni, quando la crisi ha cominciato a mordere, l'export è stato la salvezza per le imprese» ha detto ieri Panucci. «Secondo un'indagine di Banca d'Italia – ha aggiunto – tra il 2010 e il 2012 la crescita del fatturato delle imprese più internazionalizzate, per le quali un terzo dei ricavi proviene dall'estero, è stata di 2,4 punti percentuali superiore alla media». Per sostenere l'internazionalizzazione, è emersa ieri la necessità di potenziare quegli strumenti che consentano la crescita e l'accesso al credito alternativo, come possono essere i minibond. Sabatini ha spiegato, infatti, che le Pmi sono troppo sbilanciate verso il credito bancario, soprattutto a breve termine e ricorrono in particolare al finanziamento su conto corrente. Strumento, quest'ultimo, che rischia di diventare sempre più oneroso perchè, al contrario di altre forme di credito, la Bce non accetta le aperture di conto corrente come collaterale a fronte di finanziamenti a costi più contenuti. «I minibond stanno cominciando a prendere piede, ma il numero di emissioni è ancora molto limitato», ha sottolineato Sabatini. Anche il dg di Confindustria ha riconosciuto la necessità di aumentare la conoscenza delle imprese di questo strumento, ma anche di aiutare l'emissione di strumenti di dimensioni minori e di rendere accessibile il costo. Panucci ha inoltre messo in evidenza la forte caduta dei numeri del credito all'esportazione negli ultimi anni.
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