Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 05 dicembre 2013 alle ore 06:49.

My24


NAPOLI
«Non più imprese contro banche, ma in un rapporto di partenariato, con un progetto comune, per rendere l'Italia, e il suo Mezzogiorno, competitivi su scala globale», l'invito espresso da Alberto Baban, presidente della Piccola industria di Confindustria, che oggi occupa lo scranno finora affidato al campano Vincenzo Boccia. Per Baban le piccole imprese devono rivendicare l'importante ruolo svolto anche negli anni bui della crisi e promuovere un cambio di rotta. A cominciare dal 2014, quando dovranno pretendere un miglior utilizzo di fondi europei.
Un invito e un programma lanciati in occasione del convengo «Finanza a supporto della crescita: tra credito bancario e nuovi strumenti per sostenere l'economia reale», promosso dal Gruppo Piccola industria della Campania, che si è svolto nella sede dell'Unione industriali di Napoli. «Le banche – ha precisato Baban – devono anch'esse resistere alla crisi e far fronte alle crescenti sofferenze. Le piccole imprese, da parte loro, hanno bisogno di investire per affrontare il grande problema della disoccupazione giovanile. Non resta che utilizzare strumenti di finanziamento alternativi: minibond, fondi di garanzia, private equity. Ma questi devono essere semplificati. I minibond, a esempio – ha precisato il leader della piccola industria – sono ancora troppo costosi». E ha aggiunto: «Istituiamo i tavoli per rimodulare, non cancellare gli strumenti di finanziamento alternativi recentemente istituiti». Infine, Alberto Baban ha invitato la Campania a pretendere da Governo e Regione un migliore utilizzo dei fondi europei. «Si è speso poco – ha detto – e si rischia che vengano riassegnati ad altri Paesi. La Campania ha l'opportunità di sfruttare la condizione di regione a Nord del bacino del Mediterraneo, un mercato dalle grandi potenzialità».
Ma anche la regione che fa i conti con un forte credit crunch, come del resto attestato dalla filiale regionale di Banca d'Italia. «I prestiti alle imprese sono calati dal 2006 in poi – ha illustrato Giuseppe Boccuzzi, responsabile delle filiale campana di Banca d'Italia – da due anni sono crollati». Gli istituti di credito denunciano una domanda per investimenti molto debole, sopratutto nel settore delle costruzioni. Ma cominciano a prevedere un aumento nei prossimi mesi. Pur confermando che dovranno mantenere un approccio restrittivo.
Le imprese dal canto loro, sempre secondo Bankitalia, sono stanche dell'inasprimento delle condizioni di accesso al credito e di dover sopportare tassi che in media sono dell'1,5% più alti di quelli praticati nel resto d'Italia. «Di fatto – conclude Boccuzzi – i crediti deteriorati sono pari al 40% nel 2013 contro il 24% del 2009. E nel settore delle costruzioni superano il 50 per cento».
«Non vediamo la ripresa – ha concluso Andrea Funari, che guida la Piccola Industria in Campania – siamo nel pieno della tempesta. Se le Pmi si sono eccessivamente ancorate al credito bancario, ciò è avvenuto anche per la presenza di leggi che le hanno indirizzate in tal senso. Oggi siamo al paradosso che le banche hanno liquidità, ma le imprese vengono private delle risorse a causa di un possibile rischio di default. Ma così vanno effettivamente in default».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi