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Questo articolo è stato pubblicato il 06 dicembre 2013 alle ore 06:49.

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PALERMO
In Sicilia ottenere una concessione edilizia sia nel settore residenziale che non residenziale è un costosissimo calvario. Per un permesso a costruire è necessario attendere fino a 270 giorni a fronte dei 223 giorni di media delle regioni Obiettivo convergenza e dei 175 giorni di media italiana. Nel settore non residenziale l'attesa è di 239 giorni a fronte dei 234 delle regioni Obiettivo convergenza e dei 159 della media nazionale.
I dati emergono dalla rilevazione effettuata dal Formez (nel 2012 su dati forniti dai Comuni per il 2011) e presentato ieri a Palermo nell'ambito di un convegno organizzato in collaborazione con l'Ance regionale. A ben guardare lo studio (finanziato con fondi dell'Unione europea e realizzato su iniziativa dell'Ufficio per la semplificazione del dipartimento della Funzione pubblica) c'è un altro dato interessante e riguarda il ricorso agli sportelli unici: in questo caso si vede come i costi siano inferiori nel caso di ricorso al Suap (-9% in Sicilia e -19% la media nazionale). I costi amministrativi in Sicilia ammontano a 101 milioni annui l'anno (22,6 milioni nel settore non residenziale e 78,3 milioni in quello residenziale) per il rilascio di appena 51.793 titoli edilizi (7.905 non residenziali e 43.888 residenziali), a fronte di 269,5 milioni spesi nelle quattro Regioni Obiettivo convergenza per 193.804 titoli: a conti fatti nell'isola si spende quasi un terzo delle quattro Regioni per ottenere quasi un quarto delle concessioni.
La via maestra è la semplificazione. Secondo il Formez, nel Paese i costi amministrativi totali per concessioni edili ammontano a 4,4 miliardi e grazie a vari interventi, tra cui i cosiddetti "Decreto del fare" e "Decreto semplifica Italia", sono già state adottate sei misure che possano fare risparmiare a imprese e cittadini circa 735 milioni l'anno. La Sicilia, invece, ha ancora molto da fare. «Da noi – dice Salvo Ferlito, presidente di Ance Sicilia – il semplice recepimento delle norme nazionali consentirebbe alle imprese edili di risparmiare circa 17 milioni sugli oneri amministrativi per le concessioni. Quanto ai tempi e alle procedure, da 12 anni sollecitiamo all'Ars il mero recepimento del Testo unico nazionale in materia edilizia, che risale al 2001».
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