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Questo articolo è stato pubblicato il 07 dicembre 2013 alle ore 08:26.

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ANCONA
È stato battezzato «Iban», giocando con l'omonimia dello standard internazionale per i conti correnti, ma ad Ancona sta per "Imprese banche network". Il progetto – pionieristico in Italia – lanciato pochi giorni fa dall'associazione degli industriali del capoluogo marchigiano per trovare un linguaggio comune tra le due parti in causa nel fenomeno sempre più acuto, tra Appennino e Adriatico, del credit crunch. Se i dati della Banca d'Italia parlano di un -5% di crediti erogati al manifatturiero regionale nella prima metà dell'anno rispetto a dodici mesi prima, l'ultimo sondaggio tra gli associati condotto da Confindustria Ancona denuncia che un imprenditore su cinque (il 21%) ha ricevuto richieste di rientro fidi nel semestre e uno su tre si è visto rifiutare nuovi finanziamenti.
Di fronte a tali criticità il presidente della Piccola industria di Ancona, Diego Mingarelli, ha avuto un'idea tanto semplice quanto impegnativa da mettere in pratica: organizzare un pool di banche – sei per l'esattezza, tutti i principali istituti della regione – che visiteranno congiuntamente le aziende per valutare in squadra il progetto e gli investimenti, in incontri programmati con l'imprenditore e il management. «Il credit crunch è il primo ostacolo alla ripresa – commenta Mingarelli – ed è dovuto in primo luogo all'incapacità di dialogare tra imprenditori e banchieri. I primi accusano i secondi di guardare solo ai numeri e non alle eccellenze aziendali e, viceversa, le banche addebitano alle imprese bassa trasparenza e apertura. Il nostro esperimento, il primo del genere nel Paese, parte dal principio molto pragmatico che sedendosi tutti attorno a un tavolo per parlare e ragionare una soluzione si trova. Gli imprenditori devono capire le regole del mondo bancario, le banche condividere il rischio e le potenzialità aziendali. Si inizia dal territorio provinciale ma varrebbe la pena allargarlo su scala nazionale».
Le Bcc (come federazione regionale), Banca Marche, Banca dell'Adriatico-gruppo Intesa, Unicredit, Popolare di Ancona e Mps delegheranno loro funzionari per far visita insieme alle aziende che si sono candidate. «Sono già una cinquantina le imprese in lista – precisa il presidente della Piccola, che rappresenta oltre l'80% dei 600 associati a Confindustria Ancona – ma contiamo di arrivare a un centinaio». Confindustria si occuperà di fissare l'agenda degli appuntamenti, che prenderanno il via a gennaio. Le banche delegheranno funzionari per le singole aree dell'Anconetano con il solo impegno, per ora, ad ascoltare e valutare progetti e piani di sviluppo presentati dalle imprese.
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