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Questo articolo è stato pubblicato il 08 dicembre 2013 alle ore 08:31.

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ROMA
Adesso non è più una "provocazione" dei falchi. Adesso a parlare esplicitamente di una possibile alleanza con i parlamentari di Beppe Grillo a sostegno dell'impeachment di Giorgio Napolitano è il capogruppo alla Camera di Fi. «Quando lo presenteranno lo valuteremo», conferma Renato Brunetta, che attacca: «Il partito esperto in impeachment è il partito del presidente della Repubblica attuale Napolitano». Brunetta parla nelle stesse ore in cui Grillo dal suo blog arringa perché i parlamentari «abusivi», quelli conquistati dalla coalizione di centrosinistra grazie al premio di maggioranza del Porcellum dichiarato incostituzionale dalla Consulta, «siano fermati all'ingresso di Montecitorio».
Interviene anche Silvio Berlusconi: «Siamo un Paese in libertà condizionata, a democrazia dimezzata» dice il Cavaliere, che proprio il giorno prima aveva attaccato direttamente le alte cariche dello Stato «non estranee» all'intreccio tra giudici e sinistra. Un asse quello che si sta formando tra Berlusconi e Grillo, che punta a disarcionare il governo Letta e arrivare al più presto al voto: «Dovremmo chiedere a tutte le forze in Parlamento che si faccia un governo di scopo che abbia come fine soltanto quello di fare la nuova legge elettorale, magari mettendo insieme le elezioni europee con le elezioni nazionali». Il Pd fa quadrato a difesa del Capo dello Stato. «L'asse Berlusconi-Grillo non stupisce: sono due alleati naturali nella battaglia populista che ha come obiettivo lo sfascio istituzionale» dice il vicepresidente democratico alla Camera, Andrea Martella. Il riserbo del Quirinale è totale. Ma certamente Giorgio Napolitano segue attentamente l'evolversi di una situazione, che potrebbe diventare sempre più preoccupante, con Grillo, che pubblica sul blog i nomi dei 150 «abusivi», e Fi pronta a cavalcare l'onda.
Ma non è solo il premio di maggioranza a essere stato dichiarato incostituzionale e Matteo Renzi lo ricorda: «Chi glielo dice a Grillo che anche i suoi deputati sono abusivi?», attacca il futuro segretario del Pd mentre lo sfidante Gianni Cuperlo ritiene il Parlamento «indebolito» ma non «delegittimato» e il terzo candidato alle primarie Pippo Civati sottolinea che in ogni caso «ci troviamo nell'imbarazzo politico di essere decaduti tutti quanti».
È probabile che di qui a quando verrà pubblicata la sentenza della Corte costituzionale, i toni si faranno sempre più accesi. Berlusconi (e Grillo) scommettono sulla voglia del sindaco di Firenze di non rimanere "ostaggio" del governo. E l'indicazione del Cavaliere per un governo di scopo che faccia solo la legge elettorale ha come principale destinatario proprio Renzi, che continua a ripetere di non essere intenzionato a farsi «impantanare».
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