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Questo articolo è stato pubblicato il 09 dicembre 2013 alle ore 17:50.
L'ultima modifica è del 09 dicembre 2013 alle ore 23:08.

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(Afp)(Afp)

A Kiev, dove ieri è stata abbattuta la statua di Lenin davanti a una piazza con mezzo milione di persone, è giallo sull'irruzione della polizia antisommossa (Berkut) nel quartier generale del partito d'opposizione Batkivshchyna (Patria) dell'ex premier ora in prigione Yulia Timoshenko. «Stanno buttando giù le porte» ha denunciato la portavoce del partito, Marina Soroka. «Né la polizia di Kiev, né la Berkut hanno condotto operazioni nella sede del Batkivshchyna», ha smentito la portavoce della polizia Olga Bilyk.

I leader dell'opposizione hanno comunque chiesto ai manifestanti di raggiungere piazza dell'Indipendenza, l'epicentro delle proteste contro la svolta anti-europeista del presidente, Viktor Yanukovich. La tensione resta alta nel Paese per il timore di un'azione di forza del governo contro i manifestanti pro-Ue che occupano alcune zone del centro di Kiev. Un primo segnale è arrivato con l'allontanamento degli attivisti che da una settimana occupavano le due strade adiacenti al palazzo del governo, nel centro della capitale: una colonna di forze speciali in assetto antisommossa li ha costretti a sgombrare le vie Hrushevskoho e Instytutska.

Dopo una notte di relativa tranquillità, anche a causa del gelo e della neve, in giornata sono comparse le forze speciali in assetto anti-sommossa per le vie della capitale, dopo che quattro stazioni della metropolitana erano state chiuse per allarmi bomba. Un gesto apparentemente distensivo è arrivato dal presidente Yanukovich che ha annunciato di essere favorevole all'avvio di un dialogo con l'opposizione, sulla base della proposta lanciata da uno dei suoi predecessori, Leonid Kravchuk, ultimo leader ucraino in epoca sovietica e primo capo dello Stato dopo l'indipendenza dalla disciolta Urss, nel 1991. A tale scopo ha convocato per domani una riunione con i suoi predecessori: Leonid Kuchma e Viktor Yushchenko, oltre allo stesso Kravchuk. La scorsa settimana i tre, malgrado gli orientamenti ideologici molto diversi, si erano schierati compatti dalla parte della piazza contro la scelta di Yanukovich di congelare l'accordo di associazione con l'Ue per riavvicinarsi invece a Mosca.

Pronto al dialogo con il presidente filo-russo si è detto uno dei principali leader dell'opposizione, il campione del mondo di pugilato Vitaly Klitschko dell'Alleanza Democratica Ucraina per le Riforme che però insiste per le dimissioni del governo e teme un giro di vite della repressione. La delicatezza del momento è enfatizzata dall'arrivo a Kiev, sempre domani, di lady Catherine Ashton, alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune dell'Ue, che si tratterrà nella Repubblica ex sovietica anche il giorno seguente e avrà incontri con emissari di tutti i partiti, come pure dell'esecutivo e della società civile. La presidenza di turno lituana dell'Ue ha chiesto al governo di Kiev di «non usare la forza e di astenersi da qualsiasi provocazione contro manifestanti pacifici». «La priorità assoluta è evitare una guerra civile», ha ribadito il ministro degli Esteri, Emma Bonino.

Gli Usa: «profonda inquietudine»
Il vice presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha espresso al presidente Viktor Yanukovych la sua "profonda inquietudine" per una possibile nuova escalation di violenze in Ucraina. Lo ha annunciato la Casa Bianca. Biden, durante una conversazione telefonica, ha "sottolineato la necessità di mettere immediatamente fine all'escalation", oltre a stabilire un "dialogo con i dirigenti dell'opposizione". L'Ucraina è in piena crisi per il rifiuto di di firmare un accordo con l'Unione Europea.

Un appello al dialogo fra governo e opposizione in Ucraina viene anche dai ministri degli esteri di Romania e Georgia, incontratisi oggi a Bucarest. "L'uso della forza non è certo la soluzione, l'unica soluzione è il dialogo", ha detto il ministro degli esteri romeno Titus Corlatean, sottolineando come attualmente in Ucraina "la maggioranza della popolazione è a favore di un avvicinamento all'Europa". Parlando in una conferenza stampa congiunta con la collega georgiana Maja Pandzikidze, Corlatean ha invitato le autorità di Kiev a rispettare la libertà di espressione e di riunione, e anche quella dei giornalisti. La Romania, Paese dell'ex blocco sovietico entrato nella Ue nel 2007 insieme alla Bulgaria, confina con l'Ucraina alla sua frontiera settentrionale. Anche il capo della diplomazia di Tbilisi si è detta contro l'uso della forza nei confronti dei dimostranti filoeuropei a Kiev, invitando il presidente Viktor Ianukovic a dialogare con l'opposizione per risolvere la crisi. Di recente la Georgia, una delle tre repubbliche ex sovietiche del Caucaso (con Armenia e Azerbaigian), ha firmato con la Ue un accordo di associazione.

Gli attivisti i ricevono il sostegno di George Clooney: «tutti gli ucraini che hanno il coraggio di guardare avanti e non indietro» dice la star di Hollywood già impegnata per il Darfur, e lancia un appello a favore della manifestazione pro-Ue. Dice l'attore nel videomessaggio diffuso dal leader del partito di opposizione Udar, Vitali Klitschko: «Negli Stati Uniti sentiamo grande affinità con chi ricerca la vera democrazia. Non si può avere democrazia quando chi manifesta viene arrestato e aggredito, soprattutto non c'è vera democrazia se gli oppositori politici come Tymoshenko vengono arrestati solo perché non approvano il governo».

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