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Questo articolo è stato pubblicato il 09 dicembre 2013 alle ore 15:12.
L'ultima modifica è del 09 dicembre 2013 alle ore 20:25.

Punta a scendere a quota 350 emendamenti, sugli oltre 3.350 presentati, la commissione Bilancio della Camera impegnata sul fronte delle modifiche alla legge di Stabilità 2014, già approvata in prima lettura dal Senato. La maratona del lavoro di scrematura ha visto oggi la dichiarazione di inammissibilità per ben 1.222 proposte di modifica presentate dai deputati (388 per estraneità di materia, 794 per carenza di e 40 per compensazione non idonea), un terzo del totale, ma il cammino rimane ancora lungo: la V commissione punta a definire il quadro degli interventi migliorativi entro mercoledì o giovedì prossimi, centrando l'attenzione sulle modifiche proposte dall'Esecutivo, ma sono molti gli emendamenti sostenuti dai deputati di Forza Italia che vedono in questa legge un terreno ottimale di scontro con il Governo delle ormai "piccole intese".
Voto in commissione dopo la fiducia a Letta
Sotto questo particolare profilo, il calendario vede anche in programma, mercoledì 11, l'intervento del premier Enrico Letta davanti alle Camere per evidenziare la discontinuità del suo esecutivo rispetto alle precedenti "Grandi Intese", con un nuovo voto di fiducia che dovrebbe consolidare la nuova maggioranza che vede schierati Pd, Scelta civica e Nuovo centrodestra. Le votazioni da parte della commissione Bilancio sul "pacchetto" di circa 350 emendamenti "segnalati" dai gruppi e concordati dall'Esecutivo dovrebbero iniziare nel tardo pomeriggio, una volta "archiviato" il voto sulla fiducia al governo Letta.
Emendamento stadi, l'allarme di Legambiente
Tra gli emendamenti più controversi sul tavolo della commissione Bilancio, quello che introduce una normativa semplificata per la costruzione di nuovi stadi, su cui Legambiente lancia un nuovo allarme dopo quello lanciato nel corso del passaggio della legge di Stabilità al Senato. L'emendamento sotto accusa viene definito «pericoloso» perché «prevede la possibilità di realizzare gli impianti e ogni tipo di intervento edilizio superando, attraverso il passaggio alla Presidenza del Consiglio, qualsiasi parere contrario di chi è preposto alla «tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, del patrimonio storico-artistico, della salute e della pubblica incolumità». Da qui la richiesta di una battuta d'arresto sia del Governo che del Parlamento: «per rendere sicuri gli impianti sportivi serve una procedura seria e trasparente mirata a riqualificare urgentemente le strutture, non un emendamento dettato dalle peggiori lobby», sottolinea l'associazione ambientalista.
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