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Questo articolo è stato pubblicato il 11 dicembre 2013 alle ore 17:20.
L'ultima modifica è del 11 dicembre 2013 alle ore 17:41.

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Aveva due risultati utili a disposizione la Juve, e col terzo, la sconfitta, viene rispedita al mittente. Ventiquattro ore di polemiche, di neve, di nervi tesi. E 45' giocati in condizioni proibitive. Risultato: una stagione, quella della Juve, gettata alle ortiche e la magra, magrissima consolazione di disputare l'Europa League, senza neanche il favore di un buon piazzamento. La squadra di Conte non sarà infatti testa di serie e per questo verrà accoppiata, al momento del sorteggio, con un'altra delle grandi d'Europa ‘retrocesse' nella competizione di rango inferiore. Ci aspettavamo un Conte furibondo ai microfoni post partita, dai toni accesi come nei momenti di maggior crisi personale e di risultati. E invece il tecnico bianconero è indignato ma non vulcanico, forse perché in cuor suo sa perfettamente che la Juventus non ha disputato un girone all'altezza delle aspettative. E se il campo ghiacciato di Istambul ha compromesso la gara di oggi, è altrettanto vero che una squadra con grandi ambizioni non deve arrivare con l'acqua alla gola a giocarsi l'ultima gara del raggruppamento.

‘Abbiamo provato a fare rimandare la partita. Abbiamo fatto una riunione con il delegato Uefa spiegando la pericolosità della gara ma nessuno ci è stato a sentire. L'arbitro ieri ha sospeso la partita perchè era pericoloso, e oggi non era pericoloso? Questo non è calcio'. Lo ha ribadito anche all'arbistro durante l'intervallo e Drogba la pensava allo stesso modo. ‘Certo – continua Conte – avessimo potuto giocare a calcio non so se l'epilogo sarebbe stato questo. L'errore è stato ridurci a giocare l'ultima partita qui a Istanbul con la qualificazione in bilico. E adesso ne paghiamo le conseguenze perchè ci siamo complicati la vita. È una delusione grossa, anche per l'andamento della partita. Loro l'hanno buttata in bagarre anche se poi è stato bravo anche Sneijder'.

Sulla stessa lunghezza d'onda Giorgio Chiellini. ‘La delusione è grande. Non siamo riusciti a centrare gli ottavi che erano l'obiettivo minimo ma è vero che non ce la siamo neanche potuta giocare. Il campo era impraticabile. Avremmo dovuto venire a Istambul in vacanza e invece abbiamo perso punti preziosi all'andata e a Copenaghen'. La finale dell'Europa League a Torino? ‘Più che pensare alla finale adesso dobbiamo pensare a trovare lo stimolo giusto e a vivere questa competizione come un percorso di crescita, come successo al Chelsea lo scorso anno che si è rimesso in discussione con la mentalità giusta'.

Decisamente soddisfatto Roberto Mancini che ha raccolto la difficile eredità di Terim, un tecnico molto amato a Istambul, e con il passaggio agli ottavi ha conquistato definitivamente la fiducia del pubblico turco: ‘Fondamentale per noi è stato il pareggio in rimonta dell'andata. Era una qualificazione molto dura. Siamo stati bravi e fortunati anche se devo essere onesto e sinceramente anche secondo me in quelle condizioni sarebbe stato meglio non giocare'.

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