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Questo articolo è stato pubblicato il 12 dicembre 2013 alle ore 10:44.
L'ultima modifica è del 12 dicembre 2013 alle ore 17:17.

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Angelo Rizzoli (Ansa)Angelo Rizzoli (Ansa)

Angelo Rizzoli, l'ex produttore cinematografico coinvolto in numerose vicende giudiziarie è morto a Roma, al Policlinico dove era ricoverato.

«Mio marito era malato, ma questa vicenda giudiziaria gli ha spezzato il cuore, lo ha sfinito. Angelo era ricoverato da 13 giorni nell'unita' intensiva coronarica al Gemelli, è morto questa notte tra le mie braccia.

E pensare che solo quattro mesi fa una perizia della procura di Roma ha certificato la sua compatibilità con il regime carcerario, pur con l'evidenza delle sue condizioni, già allora gravi ».

Questo il commento della moglie, Melania de Nichilo. Il settantenne produttore cinematografico accusato di bancarotta per un crac da 30 milioni di euro, era anche affetto da una grave forma di sclerosi fin da quando era ragazzo.

Cresce la polemica sulle modalità della carcerazione: è tempo di riforme
Appena appresa la morte dell'imprenditore monta la polemica politica bipartisan sulle modalità della carcerazione decise dai magistrati.

La prima a rilasciare dichiarazioni critiche sui magistrati è stata la deputata di Forza Italia Michaela Biancofiore: «Apprendo con sgomento e commozione della prematura scomparsa dell'amico Angelo Rizzoli e non posso esimermi dal denunciare con forza che è stato ucciso dall'ennesimo incomprensibile accanimento giudiziario -dimenticato da tutti gli amici politici che si avvicendavano a casa sua- e che troppo spesso passa sotto silenzio nel nostro Paese.

Angelo Rizzoli, come tutti sanno, era malato di Sla -una delle malattie più invalidanti che si conosca- i magistrati ne erano perfettamente coscienti e lo hanno sottoposto comunque all'umiliazione degli arresti e allo stress fisico derivante . Non ci sono parole -dice ancora Biancofiore- se non quelle di continuare a denunciare un sistema che non è da Paese civile sul quale tutta la politica e le istituzioni devono riflettere e velocemente».

Ancora più critica la deputata Stefania Prestigiacomo:«Adesso quel medico che ha detto che la sua condizione era compatibile con il carcere, rispetto al fatto che le sue condizioni generali sono precipitate proprio a seguito di questo calvario, pagherà in qualche modo? Che bisogno c'era di arrestare un uomo malato ma non terminale?».

Dello stesso parere anche se con toni diversi si sono espressi il presidente della commissione Finanze della Camera Daniele Capezzone, Jole Santelli, Renata Polverini, Deborah Bergamini,tutti rappresentanti politici di Forza Italia, ma anche alcuni deputati del Pd Danilo Leva, Walter Verini e Andrea Manciulli che in una nota congiunta hanno dichiarato: «Insieme al dispiacere per la scomparsa di un uomo che ha a lungo sofferto, la morte di Angelo Rizzoli deve essere l'occasione di stimolo per intervenire senza più rinvii per la riforma della custodia cautelare. Un sistema che negli anni ha purtroppo dimostrato degli aspetti disumani» .

La biografia
Nato a Como Nel 1943 era figlio di Andrea Rizzoli, presidente dell'omonima casa editrice, negli anni settanta il primo gruppo editoriale italiano. A 23 anni si laurea in Scienze politiche all'Università di Pavia; ottiene la specializzazione in Media and communications alla Columbia University di New York.

Nel 1970 muore il nonno Angelo senior. L'anno seguente "Angelone", così chiamato per la sua stazza imponente e per distinguerlo dal celebre nonno, entra nel consiglio di amministrazione dell'azienda di famiglia, all'età di 28 anni. Il 12 luglio 1974 il padre Andrea decide di rafforzare la casa editrice acquistando il primo quotidiano italiano, il Corriere della Sera. Acquisendo il Corriere realizza il suo sogno di imprenditore, ma comincia a fare i conti anche con un enorme indebitamento.

Proprio alla fine degli anni settanta, Angelo fu arrestato per un'altra storia di bancarotta salvo poi essere prosciolto dalla Cassazione. Al termine di una lunga vicenda giudiziaria, durata sei processi per 26 anni, Angelo Rizzoli, che aveva sposato in prime nozze l'attrice Eleonora Giorgi, ha ottenuto sei assoluzioni definitive con formula piena. Sei mesi dopo l'uscita dal carcere inizia anche la causa di separazione con la Giorgi, per "incompatibilità della vita in comune".

Nei mesi successivi Eleonora Giorgi chiede la metà del patrimonio del marito, valutabile in 400 miliardi di lire. Ottiene 10 miliardi di lire. E dopo un lungo periodo di silenzio, negli anni novanta, Rizzoli riprende l'attività come produttore cinematografico e televisivo. Tra le sue produzioni, Padre Pio con Sergio Castellitto, Incompreso, Cuore, La guerra è finita e Le ali della libertà con Sabrina Ferilli.

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