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Questo articolo è stato pubblicato il 12 dicembre 2013 alle ore 16:17.
L'ultima modifica è del 13 dicembre 2013 alle ore 13:51.

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In un'intervista con il Financial Times di un mese fa, Bill Gates aveva detto: «Non sarà internet a salvare il mondo, bisogna concentrarsi su questioni poco sexy come mantenere i vaccini alla giusta temperatura» e «garantire la sopravvivenza dei bambini». Questioni «elementari» e vitali che in molte zone del mondo sono ancora legate al rischio di contrarre il virus HIV. L'emergenza non è forse solo problema dei Paesi in via di sviluppo se in un cinema milanese, prima di un film, si possono vedere due legittimi spot contro la violenza domestica ma mai nulla sul rischio contagio Aids, sacrosanto spauracchio di chi ha 35-40 anni, campagna informativa sconosciuta a teenager e ventenni di oggi - il 1° dicembre scorso, giornata mondiale della lotta alla malattia, è stato reso noto che un giovane italiano su tre, fra i 16 e i 34 anni, non si protegge perché non percepisce il rischio reale di un contagio del virus.

La fondazione Bill e Melinda Gates, a ogni modo, pensa prima di tutto ai più poveri e ha chiesto agli scienziati, o forse è più appropriato dire agli inventori, di progettare preservativi più sicuri e «gradevoli» che proteggano dal virus e da gravidanze indesiderate. Il mese scorso la fondazione della primigenia coppia filantropa & hitech ha assegnato 100mila dollari a undici degli oltre 800 inventori che hanno presentato un progetto. Chi arriverà a un prodotto di successo, che si suppone venga accolto bene dal mercato, quindi usato, potrà accedere a un ulteriore finanziamento di un milione di dollari. Alcuni esempi forniti da Bloomberg Businessweek.

Al grafene
Lakshminarayanan Ragupathy, scienziato di un'azienda sanitaria partecipata dallo stato indiano del Kerala (lo stesso dell'incidente mortale in cui sono coinvolti i due marò italiani), ha progettato un preservativo al grafene, il materiale delle meraviglie, il più sottile e resistente mai creato, «aumenta la sensibiltà ed è conduttore di calore» assicura Ragupathy.

A mo' di calzino
Lo ha disegnato Ron Frezieres, vicepresidente di un'orgazizzazione non profit di Los Angeles. Congegnato con delle alette removibili che aiutano a srotolare il condom in polietilene perfettamente aderente «come un calzino», assicura Frezieres che sta lavorando assieme a un produttore colombiano di Bogotà.

Al collagene
Si usa la stessa proteina del lifting, l'obiettivo alla fine è simile, una superficie più liscia. Le fibbre ricavate dal tendine bovino dovrebbero rendere il condom delle stessa consistenza della pelle umana: questa la sensazione per entrambi i partner. Insomma basta con quella consistenza di «gomma o plastica» assicura Mark McGlothlin, inventore nonché presidente e ceo della Apex Medical Technologies di San Diego, California.

Taglia unica buona per tutti
Ben Strutt, capo del progetto al Cambridge Design Partnership nel Regno Unito, guida un team che sta testando polimeri con lo scopo di creare un condom che eserciti una minore pressione inziale quando viene infilato e sia quindi più morbido e si irrigidisca solo dopo, durante l'uso. Si avrebbe così un «naturale, one-size-fits-all», taglia unica buona per tutti.

Elasticità estrema
Non poteva essere che un professore di chimica l'ideatore del progetto «elasticità estrema»: Jimmy Mays dell'University of Tennessee a Knoxville lavora infatti con nuovi materiali, i super elastomeri (sostanze elastiche naturali o sintetiche) che permettono di stirare il condom come mai nessun materiale gommoso , dice Mays che pensa di arrivare ai primi prototipi assieme a un produttore tedesco.

Muro d'acqua
L'innovazione ha un nome suggestivo, l'ispirazione un po' meno: il catetere. Water wall è stato pensato da due dottori, Karen Buch, radiologa del Boston Medical Center, e Ducksoo Kim, professore della scuola di medicina della Boston University, consiste in uno speciale rivestimento ispirato appunto al tubo drenante che riduce al massimo la frizione, limita la scomodità e la rottura. La professoressa Buch spiega che il rivestimento potrà anche contenere protective drugs cioè farmaci che riducono ulteriormente il rischio di contrarre l'infezione da Hiv.

Se non fosse una cosa tremendamente seria, si potrebbe dire che gli scontenti di Gates, reo di dubitare delle proprietà salvifiche del web, son stati almeno accontentati con una campagna sexy.

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