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Questo articolo è stato pubblicato il 12 dicembre 2013 alle ore 08:39.
L'ultima modifica è del 12 dicembre 2013 alle ore 17:18.

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Una forte esplosione ha scosso il centro di Kabul, il giorno dopo un attentato suicida contro un convoglio della Nato che non ha provocato vittime. Il deposito di armi in cui questa mattina è avvenuta l'esplosione vicino all'ambasciata americana a Kabul era della Direzione nazionale della sicurezza (Nds, servizi di intelligence). Lo ha reso noto un portavoce dello stesso organismo, Farid Shamal.

Parlando con i giornalisti, Shamal ha precisato che "lo scoppio ha interessato un deposito di armi sequestrate agli insorti". Lo stesso portavoce ha assicurato che l'esplosione "non ha causato vittime". In un primo momento si era temuto che la deflagrazione, avvenuta verso le 10,30 locali, fosse legata ad un attentato all'ambasciata degli Stati Uniti o al quartier generale della Forza di assistenza alla sicurezza (Isaf), che si trovano nella zona.

Successivamente però il portavoce della Nds ha chiarito che l'edificio interessato era quello dei servizi di intelligence afghani e che si trattava di uno scoppio causato da un incidente e non da una operazione degli insorti. Soltanto ieri, invece, i talebani avevano attaccato con un kamikaze l'ingresso della base militare dell'Isaf nell'aeroporto di Kabul, ma l'autobomba era saltata in aria a una certa distanza da un convoglio di veicoli che rientravano da una missione, senza causare vittime.

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