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Questo articolo è stato pubblicato il 12 dicembre 2013 alle ore 16:47.
L'ultima modifica è del 12 dicembre 2013 alle ore 17:13.

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Kobe Bryant (Epa)Kobe Bryant (Epa)

Il rientro sul parquet di Kobe Bryant, il dominio di due outsider come Indiana e (soprattutto) Portland, il flop di New York e Brooklyn: a un quarto del cammino stagionale davvero tanti i temi che rimbalzano sotto i canestri d'Oltreoceano. Proviamo ad analizzarne alcuni....

Capolista a sorpresa - Discorso che vale in particolare per i Trailblazers, davvero inattesi, per di più a Ovest. Pesa la crescita esponenziale di un predestinato come LaMarcus Aldridge, che viaggia a oltre 20 punti e 10 rimbalzi di media, e quella di un tuttofare di lusso come il transalpino Batum. Ma tutto l'ambiente sembra esser riuscito a scrollarsi di dosso quel senso di negativa ineluttabilità che anni di scelte infelici segnate da infortuni (da Sam Bowie a Greg Oden), avevano copiosamente propagato per tutto l'Oregon.

Lezione Indiana - Nello Stato della palla a spicchi per eccellenza, e avendo un certo Larry Bird come illuminato burattinaio, vi sareste aspettati qualcosa meno del primato nella Lega? A quadrare il cerchio le oculate scelte di coach Vogel, che è riuscito a dare profondità alla panchina e a portare ai Pacers una mente cestistica sopraffina come quella di Luis Scola. Certo, gambe e muscoli dell'argentino non saranno più quelle di quando ad Atene2004 ci strappò dal collo l'oro olimpico, ma mani, tecnica, intelligenza sicuramente sì, se non addirittura migliori. Se inserisci un giocatore di tal fatta in un team che ha George, Hibbert, West e Stevenson (e che ancora deve fare a meno del talento offensivo dell'infortunato Granger...). Obiettivo ora e mantenere la rotta e ottimizzare le energie in vista della post-season: l'incrocio in finale Est contro Miami è l'approdo più logico, ma stavolta in Indiana sperano finisca in tutt'altro modo....

Fattore Kobe - Notizia della settimana per la Lega il ritorno in campo di Bryant, dopo la lesione al tendine d'Achille destro di aprile. I Lakers ritrovano il suo uomo simbolo, a 35 anni e forte di fresco rinnovo contrattuale e inesauribile voglia di vincere. Sarà ora da vedere come reagirà la barchetta gialloviola messa a punto quest'anno da Mike D'Antoni al ritorno a bordo dell'ingombrante passeggero: dato l'addio a Howard e senza Kobe, il buon Mike aveva varato una versione "casual" dei Lakers, forte della voglia di emergere di un gruppo poco talentuoso, ma plasmato sull'idea di basket propria del coach. Un equilibrio che ha permesso a L.A. di viaggiare finora intorno al 50% di vittorie, risultato inatteso viste le premesse. L'effetto-Bryant su questo delicato meccanismo, almeno sul breve termine, è tutto da verificare....

Flop New York - Knicks, certo, ma anche e soprattutto Brooklyn Nets. Che l'aria nella Grande Mela non fosse salubre, aldilà dei trionfalismi prestagionali, lo si sospettava da tempo, e la conferma è arrivata sommando l'infortunio di Chandler alla cronica incapacità di Melo Anthony di essere vero leader. Ecco allora una squadra senza nerbo e i risultati scadenti, in cui Bargnani fa il suo (anche a rimbalzo), pur nell'amara sensazione che ben poco sia cambiato rispetto alle stagioni buie di Toronto. E intanto gli anni passano....E a proposito di anni sul groppone, che dire dei "vecchi" Nets? Costruiti al fantabasket per puntare all'anello, annaspano nei bassifondi a Est in un mix di infortuni (Pierce), stelle cadenti (Garnett) ed errori (affidare la panchina a Jason Kidd). E intanto a gongolare è Boston, che dato l'addio ai suoi big Pierce e Garnett, appunto, si sta togliendo parecchie soddisfazioni sotto la guida dell'esordiente di genio Brad Stevens.

Spaghetti basket - Detto di Bargnani e in attesa del rientro di Gallinari in una Denver che ben sta facendo pur in assenza del Gallo e di Igoudala, Datome continua tra alti (pochini, in verità...) E qualche basso a Detroit il suo complesso apprendimento. A strappare applausi invece è Marco Belinelli, miglior tiratore da 3 della Lega, e che appena arrivato a San Antonio, già sembra uno Spurs fatto e finito. Importante ora che il processo di crescita continui con andatura regolare: se così sarà, nei playoff ne vedremo delle belle (o, meglio, del Beli).

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