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Questo articolo è stato pubblicato il 12 dicembre 2013 alle ore 06:39.


ROMA
Le iniziative per la crescita ripartono dal pacchetto in preparazione già da fine estate. Domani, dopo una lunga sequenza di rinvii e un esame preliminare svolto a metà novembre, il consiglio dei ministri varerà il piano "Destinazione Italia". Contemporaneamente il premier Enrico Letta promette di portare al traguardo il meccanismo automatico per rafforzare il taglio del cuneo fiscale, conferma l'impegno per la riforma degli ammortizzatori sociali e mette in cantiere le mosse ulteriori: un piano per la conciliazione lavoro-famiglia, la nuova legge per la concorrenza, un decreto per il turismo e un'operazione trasparenza sulla Pubblica amministrazione.
"Destinazione Italia", originariamente ideato come decreto del "Fare 2" e poi come Ddl collegato alla legge di stabilità, dovrà mettere in pratica le prime misure che il governo aveva presentato a settembre per attrarre investitori stranieri e per ridare smalto alle aziende nazionali. Alla fine, si sarebbe scelto di tornare al decreto con l'aggiunta di un disegno di legge che conterrà la delega al governo per attuare la parte più robusta del piano per tagliare le bollette energetiche. Nel menù figura l'intervento sull'Rc auto (si veda Il Sole 24 Ore del 29 novembre) con il duplice scopo di contrastare le frodi alle compagnie assicurative, ad esempio attraverso il ricorso a testimoni di comodo, e abbassare le polizze, anche mediante il rafforzamento del risarcimento in forma specifica (riparazione in un centro convenzionato con la compagnia, pagato direttamente da questa). Dal 1° gennaio 2014 le compagnie potranno "adottare" questo sistema (e non solo "offrire") in alternativa a quello per equivalente, fornendo garanzia di almeno due anni. In cambio viene definito uno sconto minimo sul premio - 5% - che in alcune zone, da stabilire con successivo decreto, passa all'8 per cento.
Si sdoppia il piano per ridurre i costi energetici, fino a 3 miliardi nelle idee iniziali. Ci sarà solo una delega al governo, da esercitare in 180 giorni, per ridurre la componente A3 della bolletta legata alle energie rinnovabili: al momento l'idea di ricorrere a un bond del Gse per coprire la diluzione degli oneri negli anni è accantonata perché rischia di impattare sul deficit. Saranno invece subito approvati per decreto altri interventi minori, con un beneficio che Letta quantifica in 600 milioni. Il risparmio, che dovrebbe andare essenzialmente alle Pmi, deriverà da un regime opzionale per i produttori di rinnovabili, dalla mancata realizzazione di alcuni stoccaggi di gas e da modifiche della tariffa bioraria e del cosiddetto "ritiro dedicato" relativo all'energia immessa in rete.

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