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Questo articolo è stato pubblicato il 13 dicembre 2013 alle ore 10:01.
L'ultima modifica è del 13 dicembre 2013 alle ore 13:43.

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Umberto Bossi era all'oscuro della laurea albanese comprata dal figlio Renzo con i soldi del partito e diceva di essere «orgoglioso» perché il Trota studiava negli Usa. A raccontarlo é Nadia Dagrada, ex responsabile dei bilanci elettorali della Lega, sentita come teste nell'inchiesta sui rimborsi. In un verbale dell'11 aprile 2013, ora depositato con la chiusura dell'indagine, la donna rivela ai pm milanesi: «So che Renzo diceva al padre di sostenere gli esami universitari ora a Londra ora negli Stati Uniti, e anzi a volte ci aveva amareggiato sentire Umberto orgoglioso parlare dei bei voti che il figlio gli aveva detto di aver conseguito».

77mila euro per una laurea pagata con i soldi del partito
La signora Dagrada nel verbale ha spiegato ai pm di Milano Roberto Pellicano e Paolo Filippini, che il Senatur non era dunque a conoscenza del diploma di laurea in Albania, pagato oltre 77mila euro e contestato come appropriazione indebita dei soldi della Lega, ottenuti dal partito con i rimborsi elettorali. Dagrada ha aggiunto, inoltre, che secondo lei l'ex tesoriere Francesco Belsito avrebbe fatto bene a "dire a Umberto la verità, ossia che Renzo non solo non era laureato, ma neppure diplomato".

Belsito: soldi per bonifiche da microspie e un'auto per Cota
Nella Lega "andava di moda fare le bonifiche" dalle "microspie" perché "loro", cioè i responsabili del partito, "temevano" di essere spiati dai "servizi segreti". Lo ha spiegato ai pm di Milano l'ex tesoriere del Carroccio, Francesco Belsito, uno degli indagati, assieme a Umberto Bossi, nell'inchiesta cosiddetta "The Family" chiusa nei giorni scorsi, in vista della richiesta di rinvio a giudizio.
Nel verbale dello scorso 29 maggio, depositato ai difensori con gli altri atti dopo la chiusura delle indagini, Belsito ha raccontato che "su Bossi ne abbiamo fatte due o tre" di queste bonifiche dalle cimici in via Nomentana a Roma. E il pm Roberto Pellicano: "Tutte negative?". Belsito: "No. Avevano trovato delle ... da Bossi le avevano trovate". Belsito ha chiarito, inoltre, che quelle "bonifiche" venivano pagate "tutte in contanti (...) mi chiamavano di notte e mi dicevano devi pagare un importo". Belsito aggiunge anche nella dichiarazione che con i soldi della Lega Nord Roberto Cota, attuale governatore del Piemonte, avrebbe avuto "in dotazione" un'auto "con il suo autista pagato da noi".

13 faldoni di inchiesta
Nei 13 faldoni di atti depositati con la chiusura delle indagini, che vedono al centro una presunta truffa aggravata ai danni dello Stato da 40 milioni di euro, ci sono, tra le altre cose, centinaia e centinaia di pagine di verbali dell'ex tesoriere Belsito. Come hanno precisato, però, negli avvisi di conclusione dell'inchiesta gli stessi pm, coordinati dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo, è stata fatta la tara alle dichiarazioni dell'ex tesoriere. E gli inquirenti poi, anche nel prendere in considerazione le spese coi soldi del partito, si sono attenuti a un rigido criterio: contestare come reato soltanto quelle a puri fini privati. È stato accantonato, dunque, anche il tanto "nero", ossia i contanti, che Belsito ha raccontato di aver distribuito a pioggia negli anni. Da alcune dichiarazioni di Belsito, inoltre, è nata recentemente una nuova tranche d'inchiesta che ha portato il Nucleo di polizia tributaria della Gdf di Milano a effettuare, nei giorni scorsi, perquisizioni a carico dell'ex presidente del Consiglio regionale del Veneto, Enrico Cavaliere. È accusato di corruzione per una presunta tangente da 850mila euro che avrebbe ricevuto assieme ad un ex manager dalla Siram, multinazionale dell'energia. Per Belsito "Cavaliere è una persona molto importante nella Lega e faceva parte di una cordata della Lega e rispondeva a Tosi, a Maroni, che erano i suoi diretti superiori".

Accuse anche al neo segretario Salvini
«Non ho parole, per quello che mi riguarda sono palle. Da qui alle europee di maggio sarà tutti i giorni così». È quanto ha affermato Matteo Salvini, in un'intervista a Radio Padania, commentando i verbali di Francesco Belsito, in cui l'ex tesoriere della Lega Nord, tra le altre cose, sostiene che il segretario in pectore del Carroccio si sia intascato in passato soldi destinati al partito. «Palle, palle, palle. Quelle di Belsito sono solo palle. Non so cosa faranno Zaia e Cota in merito alle accuse di Belsito di aver preso tangenti, so quello che farò io. Sono pronto a fare una bella querela», aveva detto in precedenza a Telelombardia.

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