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Questo articolo è stato pubblicato il 15 dicembre 2013 alle ore 08:53.

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Meglio un cane scrittore che uno scrittore cane, e questa antologia ne è piena (dei primi, s'intende): Storie di cani. I racconti più belli è una simpatica raccolta di venticinque novelle d'autore, curata da Francesca Frigerio, che nella prefazione ripercorre succintamente la lunga storia d'amore tra l'uomo e il suo compagno a quattro zampe, una liaison antica come il mondo, se è vero che "scheletri di cani furono rinvenuti accanto a quelli umani già nelle grotte preistoriche". Tra realtà e leggenda, il cane è da sempre protagonista dell'immaginario collettivo, simbolo di lealtà, fedeltà e umiltà: pare addirittura che "gli ultimi animali saliti a bordo dell'Arca di Noè fossero due levrieri afgani", eroi della perigliosa impresa, tanto da aver salvato l'imbarcazione da un'intempestiva tempesta. Il migliore amico dell'uomo è pure sua musa ispiratrice, buffa come Snoopy o ieratica come il dio egizio Anubi, nonché simbolo di potere o di sottomissione, sia nelle arti figurative e plastiche sia in letteratura.
Filo rosso di questa colta cernita è indubbiamente l'umorismo, in tutte le sue declinazioni: dall'ironia tragica di Luigi Pirandello alla farsa di Anton Cvechov, dalle burle di Carlo Collodi ai lazzi di Rudyard Kipling, dalla comicità di P. G. Wodehouse al ghigno macabro di Jack London, il cui Bâtard ricorda i lupi della steppa crudele. Queste belve hanno il manto citerino, sulfureo, luciferino: sostiene Francis Brett Harte che «nell'Ovest degli Stati Uniti, un cane giallo rappresenta il massimo del degrado e il peggio della razza», e il suo Osso non è l'unico, infausto prim'attore di queste storie, che sono spesso altrettanto gialle, diaboliche e misteriose. L'Oracolo del cane di Gilbert K. Chesterton è un arguto mini-thriller della serie con Padre Brown, il quadrupede di Ivan Turgenev è uno spettro che si agita sotto il letto, Ponto di Stefan Zweig è sospettato di omicidio, Lui di Elsa Morante è inquieto e melanconico perché «nato sotto il segno di Saturno» e il cagnaccio di Friedrich Dürrenmatt è presagio di sciagure.
Fido si dimostra altre volte fine intellettuale: i racconti sono scritti perlopiù in prima persona (canina), in forma di diario, lettera o confessione. Azor si è «riconciliato col bel sesso, ed ogni cagna»; la cagnetta di Mark Twain se la prende con l'ingombrante madre; il bastardo di Don Marquis diventa «un tipo popolare», degno di esibirsi in un circo, per aver morsicato un leone; i pensieri di Riquet (di Anatole France) fanno il verso a Pascal; Argo di Italo Svevo è un filosofo degli odori, il molosso di Franz Kafka è un sofisticato esistenzialista, con tendenze depressive, e l'«amoruccio» di O. Henry si lamenta di aver «fatto una vita da cani».
Ma l'antropomorfismo è un facile escamotage e il peana canino suona ridicolo; chiosa il detective in abito talare: "Gli animali sono creature letterali, che vivono in un mondo di affermazioni sempre vere. Non hanno bisogno di altre ragioni. Ma lei cerca per forza il mistero: s'immagina che il cane abbia una visione sovrannaturale delle cose e sia una specie di portavoce del fato". Lettore avvisato: meglio accontentarsi degli intrecci amorosi, delle storie di tenerezza e odio, amour fou e morte. Ecco Comet di Samuel A. Derieux, un pointer nato sotto una buona stella, ma non all'altezza del suo talento venatorio, poi c'è Gipsy di Virginia Woolf, che ha un sorriso incantevole e più vite di un gatto; ci sono il lacrimoso Cimbro di Mario Rigoni Stern, l'infelice Adam di Hugh Walpole e il feroce Rex di David H. Lawrence, «rovinato dall'eccessivo amore», fino alla struggente vicenda di Guy de Maupassant, che narra del cocchiere François, impazzito per aver dovuto annegare l'adorata Cocotte, cagna-prostituta. Dopo i cani umanizzati, alla fine non manca neppure l'uomo canino, come il nonno di Efrat, nella short story di Abraham B. Yehoshua, che si maschera da cagnone per la nipotina, desiderosa di possedere un animale domestico. È un travestimento improbabile, però riuscito, a ribadire che, in fondo, «l'unico luogo dove cani ed esseri umani possono comunicare tra loro è il romanzo».
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Storie di cani. I racconti più belli,
a cura di Francesca Frigerio,
Einaudi, Torino, pagg. 364, € 16,00

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