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Questo articolo è stato pubblicato il 15 dicembre 2013 alle ore 17:32.

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Seconda medaglia d'oro per l'Italia nello sci alpino alla XXVI Universiade in Trentino. Sulla pista "Cima Uomo" del Passo San Pellegrino in Val di Fassa, domenica 15 dicembre, Giulia Borghetti, 23enne di Cologno Monzese, ha conquistato il titolo di super-G, precedendo la polacca Karolina Chrapek e la russa Valentina Golenkova. Per le due sciatrici dell'Est Europa si tratta della seconda medaglia in questa rassegna, visto che nella discesa libera di qualche giorno fa la russa aveva ottenuto l'oro e la polacca il bronzo.

La vittoria della Borghetti, studentessa di filosofia all'università statale di Milano, è un inno alla tenacia, perché gli ultimi anni della sua esperienza agonistica sono stati costellati da tanti infortuni alle ginocchia e a un braccio.
Venerdì 13 era stato invece Davide Cazzaniga a regalare la prima medaglia d'oro all'Italia vincendo la discesa libera, disputata sempre al Passo San Pellegrino. Cazzaniga, 22 anni di Monza, ha preceduto il francese Blaise Giezendanner e l'altro italiano, il milanese Guglielmo Bosca. La pista proponeva un tracciato di gara con dislivello di 520 metri che gli atleti azzurri conoscono bene, visto che la Val di Fassa da otto anni è sede degli allenamenti della squadra nazionale italiana di sci alpino.
Le altre medaglie italiane dei primi cinque giorni di gare – la XXVI Universiade invernale è cominciata l'11 dicembre e si concluderà il 21 prossimo – sono state il doppio argento di Mirko Giacomo Nenzi di Marano (Venezia), secondo nel pattinaggio di velocità sia nella prova dei 500 metri che in quella dei 1.500, il bronzo nel Super-G di Guglielmo Bosca (che ha ottenuto in questa specialità lo stesso piazzamento della discesa libera) e infine l'altro bronzo di Nicole Della Monica e Matteo Guarise nella prova a coppie del pattinaggio di figura nel Palaghiaccio di Trento.

Alla XXVI edizione delle Universiadi d'inverno partecipano 3.600 atleti, tecnici e delegati di 61 paesi. Negli undici giorni di gare sulla Torre Civica di Trento, eretta nell'undicesimo secolo e alta 43 metri, brilla la Genziana delle Alpi, la torcia ufficiale della manifestazione, che illumina anche la Cattedrale, sede del celebre Concilio che si concluse proprio 450 anni fa. Il braciere è alto quasi otto metri e i petali sono in legno lamellare di abete. Al centro del fiore i led gialli e rossi a basso consumo energetico simulano la fiamma. Ragioni di sicurezza e il fatto che la Torre, così come i palazzi vicini siano tutelati dalla Soprintendenza per i beni storico-artistici, hanno infatti impedito di usare fiamme libere.
Nelle Universiadi sulle Dolomiti non poteva mancare un tocco ladino. Il disegno delle medaglie è infatti opera del'Istituto Ladino d'Arte (Scola d'Ert) di Pozza di Fassa. Ogni medaglia, che presenta un diametro di 6 centimetri e uno spessore di 5 millimetri, include nella realizzazione alcuni elementi emblematici del territorio trentino, ovvero il legno, le montagne, i minerali e i cristalli.
http://www.universiadetrentino.org/

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