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Questo articolo è stato pubblicato il 16 dicembre 2013 alle ore 11:03.
L'ultima modifica è del 16 dicembre 2013 alle ore 11:58.

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Le Feste dell'Unità non bastano più, così come non basta la campagna tesseramenti: a poche ore dal tweet di Enrico Letta che annunciava l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti il Pd di Bologna corre ai ripari e lancia la "raccolta dal basso". Un crowdfunding tra i simpatizzanti dei democratici che, a propria discrezione, potranno decidere di finanziare singoli progetti del partito: dalle scuole di formazione targate Pd in avanti.

Insomma, la coperta è corta e per allungarla il più possibile il segretario bolognese del Pd, Raffaele Donini, ha annunciato che andrà a batter cassa tra i sostenitori.
«Entro febbraio - ha spiegato il segretario - sperimenteremo la raccolta di fondi con il sistema del crowdfunding attraverso il web, che non è solo una modalità di autofinanziamento, è uno strumento di ri-organizzazione politica, è uno strumento di comunicazione e di rendicontazione delle attività svolte in cui si legano i contributi alla realizzazione di cause sociali». Modalità grillina, questa adottata a Bologna dal partito, già sperimentata da Fabrizio Barca (economista dell'ex governo Monti, dall'aprile scorso tra le file dei democratici) per il suo progetto "Luoghi ideali".

In attesa di usare la Rete, il Pd bolognese non disdegna comunque il vecchio metodo dell'invito diretto, faccia faccia, a iscritti e simpatizzanti: il tesoriere del partito Carlo Castelli (che da via Rivani tengono a ricordare non essere stipendiato) sta portando in giro il verbo dell'autofinanziamento per tutti i circoli della provincia.

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