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Questo articolo è stato pubblicato il 17 dicembre 2013 alle ore 06:50.

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BRESCIA
La crescita è attesa per l'anno prossimo, ma è definita ancora «modesta». Per il momento le imprese bresciane devono accontentarsi del segnale di rottura rappresentato dal rallentamento della caduta della produzione industriale nell'ultima parte dell'anno. Quanto basta però per mettersi a lavorare ad una ripresa più strutturata. Incoraggiato dai dati che certificano per il territorio una delle migliori performance esportative d'Italia (+0,7% contro il -0,1% lombardo e il -0,3% nazionale), il motore produttivo bresciano è pronto a ripartire. Ne è convinto il presidente dell'Associazione industriale bresciana, Marco Bonometti.
«Il settore manifatturiero è destinato a guidare la ripresa nel 2014, provocando un effetto di trascinamento di cui beneficeranno tutti i comparti collegati – ha spiegato ieri tracciando il bilancio di fine anno dell'attività associativa –. Il nostro obiettivo, a questo punto, è rimettere il lavoro al centro dell'agenda. Solo portando lavoro a Brescia, favorendo il radicamento sul territorio di realtà nuove e sostenendo le nostre aziende, saremo in grado di tornare a crescere». Per raggiungere questi obiettivi Aib intende promuovere un «patto per il lavoro», scommettendo su un modello di contrattazione aziendale che garantisca flessibilità, controllo dell'assenteismo, erogazioni economiche legate al raggiungimento di obiettivi variabili, e soprattutto esigibilità degli accordi stessi. Il dialogo con le controparti sindacali è già stato avviato. Analizzando il lavoro svolto in questi primi mesi alla guida degli industriali bresciani, Bonometti (è stato eletto nel maggio di quest'anno: in squadra anche i vicepresidenti Paolo Streparava, Fabio Astori, Giuseppe Pasini, Paola Artioli) ha sottolineato con orgoglio di «avere già raggiunto risultati concreti. Abbiamo semplificato la struttura organizzativa, tagliato i costi e allargato la base associativa – ha detto –, perché siamo convinti che in questo momento dobbiamo fare massa critica per potere influire concretamente sul processo di cambiamento del paese».
Bonometti, che ha rivendicato il ruolo di Aib nell'operazione di cessione del polo fieristico locale («perdeva 2,5 milioni, potevamo uscirne e abbandonarlo al suo destino, invece abbiamo trovato una soluzione con senso di responsabilità») ha inoltre ricordato che la proposta di modifica del patto di stabilità, relativa al cuneo fiscale, recentemente elaborata dal centro studi Aib, è stata «recepita e inserita nelle modifiche della maggioranza»: questo significa che tra le pieghe del bilancio statale sarà reperito «un altro miliardo di euro sul cuneo fiscale, da distribuire per il 50% alle imprese e per il 50% ai lavoratori». Il presidente ha poi difeso l'operato delle aziende bresciane in questi anni di crisi: dati alla mano «anche nel 2012 – ha spiegato – hanno rafforzato i loro patrimoni, segnale evidente che i nostri imprenditori continuano a mettere i soldi nelle imprese».
Per il futuro, però, ha sottolineato Bonometti, «c'è ancora da fare, per continuare un cambiamento che non può più attendere». Il Pil del terzo trimestre ha smesso di scendere – il panorama dei settori resta comunque diversificato, legato alla capacità delle singole aziende di puntare su segmenti ad alto valore aggiunto ed aree geografiche in crescita – ma preoccupa ancora il mercato del lavoro. Il centro studi bresciano parla, a proposito della "ripresina" del 2014, di «benefici limitati» per gli occupati: «Gli organici a disposizione appaiono in alcuni casi sovradimensionati rispetto alle esigenze aziendali – si legge in un'analisi – e per questo motivo il recupero dell'attività potrà al massimo favorire il parziale riassorbimento della forza lavoro attualmente in cassa integrazione».
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Nel 2013

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