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Questo articolo è stato pubblicato il 17 dicembre 2013 alle ore 06:43.

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L'umanità ha le risorse per ridistribuire al meglio la riccchezza



Mi ha molto colpito il richiamo che Papa Francesco ha fatto nei giorni scorsi in un videomessaggio per la lotta alla fame nel mondo: «Il cibo basterebbe a sfamare tutti ed è uno scandalo che quasi un miliardo di persone soffrano la fame». Cercare di migliorare la distribuzione, ridurre gli sprechi, favorire la crescita appaiono passi doverosi, ma non si rischia di vanificare tutto se non si pone un limite alla crescita continua e inarrestabile della popolazione mondiale che ha ormai superato i sette miliardi di persone?
Antonio Longhi
Roma
Gentile Longhi, la prima risposta la dà Papa Francesco nelle stesse parole da lei citate: «Il cibo basterebbe a sfamare tutti». Il problema della fame nel mondo non è un problema di risorse alimentari scarse, ma deriva dalla difficoltà di avviare meccanismi di crescita, dalla carenza di infrastrutture, dalla corruzione delle classi politiche, dalla mancanza di adeguate tecniche agricole. Può derivare da tanti diversi elementi nei diversi paesi interessati. Mi sembra importante tuttavia sottolineare peraltro come la crescita della popolazione mondiale sia tutt'altro che "continua e inarrestabile", come lei afferma ripetendo, mi perdoni, un luogo comune ormai privo di fondamento. Lo sottolinea con particolare efficacia Massimo Livi Bacci, tra i più autorevoli demografi italiani, che ha scritto una nuova introduzione ad un libro di più di quarant'anni fa Uomini, tecniche ed economie di Carlo M. Cipolla meritoriamente ripubblicato in un nuova collana a lui dedicata dall'editrice Il Mulino. Ebbene "dalla fine degli anni 80 – scrive Livi Bacci – si sono moltiplicati i segnali di un sensibile rallentamento della crescita della popolazione mondiale. Segnali irreversibili per quanto riguarda l'Asia e l'America Latina; meno robusti, ma comunque inequivocabili per il Nord Africa e il Vicino Oriente; segnali misti e alterni per l'Africa sub sahariana". E così prosegue: "si sta affermando un consenso tra gli studiosi, non venato purtroppo da sufficiente spirito critico, che con la fine del secolo la popolazione mondiale avrà esaurito la sua crescita. La lettura delle cause di natura sociale e culturale, oltreché economica, è complessa e non univoca, ma il processo di rallentamento della crescita demografica appare irreversibile". Se questa è la realtà il vero problema demografico è la denatalità e il progressivo invecchiamento delle popolazioni occidentali. Mentre dobbiamo essere coscienti che l'umanità ha tutte le risorse, non solo tecniche, ma anche finanziarie, per un miglioramento qualitativo della condizione di vita delle persone, per una più equa distribuzione delle ricchezze, per un'apertura sempre più ampia agli scambi mettendo in luce i tanti lati positivi della globalizzazione.
g.fabi@ilsole24ore.com
Il modello Usa del 1929
Nel 1929, gli Stati Uniti superarono la grande crisi perché il governo mise in circolo denaro. Con spese pubbliche dando ai lavoratori dipendenti un reddito da spendere. Non hanno tagliato lo stato sociale, ma ci hanno investito. Poniamo che ad un imprenditore, categoria di cui vorrei far parte, eliminino tutte le spese e le tasse, se il consumatore finale ha le tasche vuote, si terrà in tasca i pochi soldi che ha per medicine, spesa sociale e non spenderà. Così l'economia non riparte.
Michele Schiavino
Le condizioni dell'Irlanda
Sul Sole 24 Ore di domenica ho letto l'intervento del vice primo ministro irlandese Gilmore, che elogia il presunto risanamento dell'Irlanda. "La nostra economia - scrive Gilmore - è in crescita, le finanze pubbliche sono state risanate, il tasso di disoccupazione è in netta flessione". Vorrei ricordare al politico irlandese (e a tutti quelli che lo hanno preceduto) che questo è stato ottenuto anche grazie all'esproprio del risparmio di tantissimi investitori europei (tra cui, ahimè, il sottoscritto), che si sono visti azzerare le obbligazioni da loro detenute in tutte le banche irlandesi. L'Irlanda potrà fare tutti i miracoli che vuole ma non avrà mai più 1 euro dei miei risparmi e spero anche di tutti quelli che, come me, sono stati vittime di questa truffa.
Lettera firmata
Commercialista - Senigallia (AN)

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