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Questo articolo è stato pubblicato il 18 dicembre 2013 alle ore 06:43.

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NAPOLI
Per cinque mesi, dal luglio al dicembre 2007, l'allora prefetto di Napoli Alessandro Pansa, ricoprì l'incarico di commissario straordinario per l'emergenza ambientale in Campania. E oggi, quasi sette anni dopo, la Procura partenopea vuole processarlo per traffico di rifiuti.
L'inchiesta, simbolicamente ribattezzata "Marea nera", riguarda l'ipotesi di illecito smaltimento nelle acque del golfo del percolato prodotto dai Cdr e dalle discariche stracolme di immondizia. Oltre che dell'attuale capo della Polizia Pansa, i pm Ida Teresi e Pasquale Ucci hanno chiesto il rinvio a giudizio anche dell'ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso e della sua vice, Marta Di Gennaro. Per il più grave reato di associazione per delinquere (rispetto al quale, nel luglio scorso, la posizione di Pansa è stata archiviata su richiesta della stessa procura partenopea) sono imputati invece, tra gli altri, il prefetto Corrado Catenacci e l'ex governatore della Campania, Antonio Bassolino. Ad entrambi, l'accusa contesta di aver adottato comportamenti «funzionali a creare un'apparente situazione di legittimità per lo smaltimento del percolato, continuando a richiedere e ad assicurarsi che proseguisse senza interruzioni la predetta attività di illecito smaltimento e omettendo ogni dovere di controllo e conseguente intervento sulla gestione degli impianti di depurazione che ricevevano il percolato».
L'potesi accusatoria, compendiata nell'avviso di conclusione delle indagini notificato nel dicembre di due anni fa, riguarda le autorizzazioni che, dalla struttura di Governo, sarebbero partite per far sversare, attraverso depuratori malfunzionanti e privi di requisiti, il liquido altamente tossico nel Tirreno. Gli indagati, secondo i sostituti procuratori, avrebbero insomma, a vario titolo, adottato comportamenti pericolosi per la salute pubblica e per l'ambiente. E questo con l'aggravante di aver agito nonostante la presenza, agli stessi non sconosciuta, di «comunicazioni, note, analisi, notizie, rigetti di autorizzazioni allo scarico finale», e dunque di «conferme di precedenti rigetti, tutte convergenti nel senso del cattivo processo di depurazione in corso».
Sono 39 le richieste di rinvio a giudizio spiccate dalla Procura ad appena 24 ore dalla sentenza, prevista per oggi, nei confronti di un altro superpoliziotto sotto processo a Napoli; quel Vittorio Pisani, ex capo della Mobile, accusato di favoreggiamento e rivelazione di segreto da un suo ex confidente, il pentito di camorra Salvatore Lo Russo.
Attraverso il suo legale, l'avvocato Filippo Dinacci, il capo della Polizia Pansa ha espresso «fiducia nella magistratura tutta e in particolare nella Procura di Napoli» e si è detto «certo di poter chiarire il tutto in tempi brevi». Anche Antonio Bassolino ha voluto commentare la notizia della richiesta di rinvio a giudizio, arrivata dopo l'ampia assoluzione nel processo sul ciclo dei rifiuti di qualche mese fa. «Esprimo come sempre, pur amareggiato, fiducia nella giustizia – ha detto l'ex presidente della Regione Campania –. Certo di non aver fatto nulla di illegale sono convinto che sarà riconosciuta, mi auguro fin dall'udienza presso il gup, la mia completa estraneità ai fatti contestati, così come è di recente avvenuto nel processo sui rifiuti».
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