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Questo articolo è stato pubblicato il 22 dicembre 2013 alle ore 08:41.

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MILANO
Un sorriso di distensione di fronte alla lettura dei voti e un applauso liberatorio dei suoi collaboratori. «Sono lusingato dei consensi che la mia candidatura ha avuto, spero di essere all'altezza del compito e di fare bene per la banca….». Così Piero Giarda, seduto in prima fila in platea nel padiglione della Fiera di Milano Rho, accoglie la notizia dell'elezione a presidente del Consiglio di Sorveglianza di Bpm. Il docente della Cattolica è stato eletto ieri al termine di un'assemblea dei soci di Bpm durata circa sei ore. Un'assise dai toni composti, che ha visto una partecipazione finale in linea con le attese. La lista dell'ex Ministro, "Per la Cooperativa Bpm", ha vinto a larga maggioranza, ottenendo 3.962 voti su un totale di 5.705 voti complessivamente rappresentati (tra quelli in proprio e per delega), pari a circa il 70% delle preferenze. Sconfitta la lista del presidente dell'associazione degli azionisti non dipendenti, il commercialista milanese Piero Lonardi, che ha ricevuto 1.569 voti, meno della metà del vincitore e ha commentato così l'insuccesso: «Questa banca avrebbe potuto essere il fiore all'occhiello per il sindacato, ma questa occasione è stata persa». La partecipazione dei soci è apparsa tuttavia in netto calo rispetto ai precedenti appuntamenti: nell'assise del 2011, infatti, i voti complessivi furono più di 8mila.
Si chiude così senza colpi di scena l'ennesima assemblea - la terza in un anno - dell'istituto lombardo. A supportare la candidatura dell'ex ministro del governo Monti sono stati i sindacati nazionali e locali del credito (Uilca, Fabi, Fiba e Fisac) che si sono presentati in maniera compatta alla sfida elettorale lasciandosi dietro le divisioni registrate nel 2011. Oltre al fronte sindacale, Giarda ha beneficiato anche dell'appoggio dei pensionati, che potevano far valere fino a cinque deleghe ciascuno.
Nessuna sorpresa, dunque, visto che la vittoria di Giarda non è mai stata in discussione. Qualche incertezza si è avuta solo all'inizio della giornata, quando una scarsa affluenza dei soci (il cui trend si è però invertito col passare delle ore) ha fatto intravedere qualche chance in più per Lonardi, che era supportato dai soci non dipendenti e da un'ala dell'oramai disciolta associazione degli Amici di Bipiemme. Superato lo scoglio della nomina, ora per Giarda si prospettano i primi nodi da sciogliere. C'è anzitutto da definire i componenti del nuovo consiglio di gestione (a tal proposito il neo presidente ha detto di non escludere che alcuni degli attuali consiglieri del cdg possano entrare nel nuovo board che verrà eletto dal cds). Occorre nominare il presidente del board e va scelto il nuovo amminstratore delegato (si veda altro articolo a lato). Compiti non facili visto che bisogna conciliare da una parte le richieste dei sindacati mentre, dall'altra, bisogna fare i conti con il diritto di veto dell'Investindustrial di Andrea Bonomi, primo socio della banca con l'8,6% del capitale. «Mi augurerei di chiudere la questione della nomina del consiglio di gestione entro il 12 di gennaio. E che Dio me la mandi buona», ha detto scherzando in conferenza stampa il neo presidente del cds. Lo stesso Bonomi, che ha scelto di tenersi lontano dalla campagna elettorale dei due competitor, non ha commentato il risultato finale del voto. Durante il dibattito, ha preso la parola solo per rispondere alle critiche di un socio sulle consulenze milionarie «servite per il rilancio della banca e per il piano industriale».
Giarda ha dato un'indicazione in più anche rispetto all'aumento di capitale da 500 milioni richiesto da Bankitalia. L'auspicio dell'ex ministro è che il progetto possa andare in porto prima della revisione della governance, che potrebbe comportare «lungaggini senza fine». «Come da delibera assembleare abbiamo spostato i tempi dell'aumento di capitale - ha detto il docente ricordando che il termine è stato esteso da aprile a luglio 2014 - e credo che dovranno essere armonizzati con le richieste che ci sono nel contratto di garanzia delle banche». Giarda porta con sé in consiglio altri 10 consiglieri estratti dalla sua lista. Si tratta dei due vice presidenti, Mauro Paoloni e Marcello Priori e dei consiglieri Alberto Balestrieri, Andrea Boitani, Angelo Busani, Donata Gottardi, Alberto Montanari, Giampietro Omati, Claudia Bugno e Lucia Vitali. Quattro i rappresentanti della minoranza: oltre allo stesso Lonardi, sono Roberto Fusilli, Ezio Maria Simonelli e Flavia Daunia Minutillo. Assegnati a Luca Perfetti e Cesare Piovene, della lista di Investindustrial di Andrea Bonomi, i posti riservati ai fondi di investimnento. Confermati Frascarolo (CrAlessandria) e Tamburini (Mutuel) per i soci istituzionali.
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I protagonisti dell'assemblea
Piero Giarda Nuovo Presidente del Cds «Mi augurerei di chiudere la questione della nomina del cdg entro il 12 gennaio: E che Dio me la mandi buona»»
Piero Lonardi Candidato presidente «Questa banca avrebbe potuto essere il fiore all'occhiello per il sindacato, ma l' occasione è stata persa»
Andrea Bonomi Presidente uscente del Cdg «Le consulenze sono servite per il rilancio della banca e per il nuovo piano industriale»

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