I nuovi italiani e le loro imprese extraordinarie
Arrivano in Italia senza nulla da perdere. Dietro lasciano il mare. In tasca hanno il senso del rischio e la voglia di farcela. Rischiano il tutto e per tutto pur di affermarsi. E, qualche volta, ce la fanno. Dimenticate i lavavetri e i barconi pieni di clandestini. Sono extracomunitari sì, ma di mestiere fanno gli imprenditori. E sono illuminati. Vediamo qualche storia d'eccellenza
di Eleonora Chioda
4. Storia 1/Qui ho costruito un impero («ragazzi non emigrate»)
Nella foto, Radwan Khawatmi
Qui ho costruito un impero («ragazzi non emigrate»). Radwan Khawatmi, siriano, 60 anni, da 43 in Italia, è un punto di riferimento per gli immigrati. Con la sua Hirux International, produce elettrodomestici e li vende in Medio Oriente.
Tre anni fa ha vinto la concessione del marchio francese Thomson e ora produce anche tv e prodotti di alta tecnologia. I suoi competitor sono soggetti come Samsung e Lg. Ha 500 dipendenti (tutti i manager sono italiani), un fatturato di 60 milioni di euro. Lo chiamano l'italiano che parla arabo, ha fondato l'associazione dei nuovi italiani e si batte per il riconoscimento dei loro diritti. Eppure quando è sbarcato a Napoli, a 17 anni, non aveva nulla. Voleva studiare. Ha chiesto aiuto ai gesuiti, ha frequentato economia a Parma, è entrato alla Indesit e in 4 anni è arrivato ai vertici.
«Conoscevo l'arabo, l'inglese, il francese, ma ho imparato anche il dialetto di Parma. Avevo il senso del rischio (che voi italiani avete perso) e volevo crescere. La mia giornata era di "48" ore. Lavoravo sempre, notte/giorno/feste, ero flessibile, accettavo di essere pagato anche il 30 per cento in meno. A 25 anni mi sono messo in proprio. Ho portato il Made in Italy nei Paesi del Golfo, consegnando loro frigoriferi e lavatrici smontati» racconta Khawatmi. «Amo l'Italia perché mi ha offerto una grande opportunità. Ma ancora oggi nel vostro Paese ci sono spazi per chi è capace. Sono i bluff a non farcela. Ai giovani dico: non emigrate. Se siete capaci di fare qualcosa in Germania o a San Francisco, potete farcela anche in Italia».
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