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Questo articolo è stato pubblicato il 27 dicembre 2013 alle ore 23:17.
L'ultima modifica è del 27 dicembre 2013 alle ore 23:19.

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Disordini a Istanbul dove la polizia turca ha disperso alcune centinaia di persone che manifestavano contro il governo di Recep Tayyip Erdogan, scosso da uno scandalo politico finanziario senza precedenti nel paese. Le forze dell'ordine sono intervenute con gli idranti e i proiettili di plastica per respingere un corteo di manifestanti che cercava di raggiungere piazza Taksim.

La situazione nel paese, candidato all'ingresso nell'Unione Europea, é sempre più complicata, con scontri istituzionali fra governo e magistratura e i militari che per ora restano alla finestra. Nei giorni scorsi, una maxi-inchiesta per corruzione a Istanbul e Ankara ha portato agli arresti i figli di tre ministri, Muammer Guler (Interni), Zafer Caglayan (Economia) e Erdogan Bayraktar (Ambiente), costretti alle dimissioni insieme ad altri sette titolari di dicasteri. L'inchiesta si é inserita nella faida interna tra il predicatore turco Fethullah Gulen, capo spirituale di una potente confraternita islamica di recente entrata in conflittto con il governo filoislamico di Erdogan, che vive da molti anni in Pennsylvania.

Oggi il Consiglio di Stato, la più alta giurisdizione amministrativa del paese, ha bloccato un controverso decreto del governo che obbligava la polizia a informare i propri superiori prima di aprire delle indagini ordinate dalla magistratura, un sistema con il quale il governo islamista aveva tentato di accrescere il suo controllo sulle forze dell'ordine.
L'Unione Europea intanto ha sollecitato la Turchia a gestire «in maniera trasparente e imparziale», ha scritto in un comunicato il Commissario all'allargamento dell'Unione, Stefan Fule.

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