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Questo articolo è stato pubblicato il 29 dicembre 2013 alle ore 08:43.

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Sì, è vero, la Sanità nel Mezzogiorno funziona come un orologio rotto che un paio di volte il giorno segna l'ora esatta. Ma per il resto… Il resto è raccontato molto bene e con dovizia di particolari da Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo nel loro ultimo libro "Se muore il Sud" (Feltrinelli) dove sono allineati tutti i record negativi delle Regioni meridionali con uno spettacolo da brivido.
Soffermiamoci adesso su una ricerca del giornale online quotidianosanità.it che mette in evidenza anche le eccezioni positive in relazione a una serie di indicatori per ciascuno dei quali è stilata una tabella con le prime dieci strutture del Paese in termini di efficienza, appropriatezza della cura, velocità della guarigione e via elencando.
Non è certo un tentativo di negare le amare verità raccontate da Rizzo e Stella, che purtroppo affondano il coltello in piaghe antiche e nuove, ma il doveroso compito di questa rubrica di gettare un fascio di luce anche laddove le cronache di solito non guardano. E se c'è qualche esempio di buona sanità da offrire ai lettori è giusto parlarne per premiare le pratiche virtuose di cui si avverte tanto il bisogno.
Infarto. Ogni anno si verificano in Italia 120mila casi con 30mila morti. Per numero d'interventi di Angioplastica che si riescono a realizzare (efficienza) figura al settimo posto l'Azienda ospedaliera V. Emanuele di Catania. Se poi si misura la capacità di operare entro 48 ore dal ricovero le strutture meridionali sono addirittura tre: l'Azienda ospedaliera Mater Domini di Catanzaro (seconda), l'Ospedale Civico e Benfratelli di Palermo (quarto), l'Azienda ospedaliera G. Brotzu di Cagliari (settima). La Mater domini di Catanzaro è anche quinta per la bassa mortalità dei pazienti entro i trenta giorni dal ricovero.
Ictus. Ne vanno soggetti in un anno quasi 200mila italiani tra nuovi casi (80%) e ricadute (20%). Nella speciale classifica della bassa mortalità entro i trenta giorni dal ricovero c'è di nuovo l'Azienda ospedaliera V. Emanuele di Catania (ottava). Per il basso numero di pazienti riammessi in ospedale dopo trenta giorni dal primo ricovero le strutture eccellenti sono due: la Neuromed di Pozzilli in Molise (seconda) e l'Azienda ospedaliero universitaria di Sassari (quarta).
Bronchite. Sono tre le strutture in grado di limitare al massimo i casi di morte entro trenta giorni dal ricovero nella forma grave riacutizzata: la Fondazione Maugeri di Cassano delle Murge in Puglia (seconda), l'Istituto di cura di Cagliari (sesto), l'Azienda ospedaliera Monaldi di Napoli (settima). Per il basso numero di pazienti che tornano in ospedale dopo trenta giorni dal primo ricovero la Fondazione Maugeri di Telese Terme in provincia di Benevento (seconda) batte l'organizzazione gemella di Cassano delle Murge (ottava).
Tumore. Il maligno al colon, seconda causa di morte dopo il cancro ai polmoni per gli uomini e alla mammella per le donne, va curato chirurgicamente. Per il basso numero dei pazienti deceduti entro trenta giorni dall'operazione figura al settimo posto l'Azienda ospedaliero universitaria Federico II di Napoli che compare anche al nono posto per la bassa mortalità, sempre entro i trenta giorni dall'intervento, della malattia al retto. Se si guarda al maligno del polmone, ai primi posti per efficienza (bassa mortalità durante l'intervento o entro i trenta giorni) ci sono due strutture di Catania: l'Azienda ospedaliera Cannizzaro (quarta) e il Presidio ospedaliero Garibaldi (decimo).
Parto cesareo. Al Sud il numero degli interventi è largamente sopra la media nazionale secondo quello che si presenta come un vero e proprio malcostume. Dove la pratica si mantiene sotto la media è all'Ospedale San Carlo di Potenza (settimo).
Frattura del collo del femore. Nessuna struttura meridionale si piazza nei primi dieci posti per bassa mortalità a trenta giorni dal ricovero. Per la velocità dei tempi di attesa si distinguono invece molte strutture siciliane: l'Azienda ospedaliero universitaria G. Martino di Messina (prima ex equo) e, seconde ex equo, ancora a Messina l'Ospedale Piemonte, a Catania le Aziende Cannizzaro e V. Emanuele cui si aggiunge l'Ospedale Garibaldi, a Palermo gli Ospedali Villa Sofia e Civico e Benfratelli.
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