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Questo articolo è stato pubblicato il 29 dicembre 2013 alle ore 08:44.

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MILANO
Dopo aver incassato il giudizio di equivalenza da parte di Consob, è ripartita la macchina per chiudere la maxi integrazione a quattro tra Fondiaria Sai, Unipol Assicurazioni, Milano Assicurazioni e Premafin entro il termine stabilito. Il tutto con l'obiettivo di far debuttare il prima possibile a Piazza Affari UnipolSai, la prima compagnia italiana nel ramo danni. Una compagnia, peraltro, che, stando all'ultimo documento informativo depositato, nascerà priva di un peso che a lungo ha gravato sull'integrazione: il tema strutturati. Ma ancora con all'attivo un nodo da sciogliere: le dismissioni imposte dall'Antitrust. Molto è stato fatto, UnipolSai è uscita dal capitale di Mediobanca, da Pirelli e ha detto addio al patto Rcs. Inoltre Equita ha un preciso mandato per ridimensionare l'esposizione in subordinati verso Piazzetta Cuccia. Tuttavia, all'appello manca la vendita del portafoglio premi da 1,7 miliardi.
La tabella di marcia
Riguardo le prossime tappe, il primo passaggio chiave sarà la firma dell'atto di fusione. Sigla che dovrebbe avvenire domani o, al più tardi, il 31 dicembre. Ciò per fare in modo che l'atto possa essere depositato entro il primo gennaio presso il registro delle imprese. Questi due step consentiranno poi la realizzazione dell'ultima tappa chiave, ossia il debutto di Unipol Sai sul listino milanese. Debutto che, stando al calendario attuale, avverrà il 6 gennaio.
Il tema strutturati
La questione strutturati, soprattutto relativamente al portafoglio in capo a Unipol, è un aspetto che ha tenuto banco durante tutta la fase di negoziazione dei termini di integrazione e sulla quale sono intervenuti sia Ivass che Consob. Ivass, al momento del via libera alla fusione, ha chiesto che venissero rafforzate le procedure di controllo sul valore dei titoli mentre Consob ha avviato un'analisi approfondita sulla questione. La differenza rispetto al passato è che ora, stando a quanto è scritto nel documento, la verifica degli uomini di Giuseppe Vegas si sarebbe conclusa. Ma in che modo? Nel documento è scritto che «a esito delle attività di verifica svolte dalla Commissione circa le metodologie di pricing utilizzate da Ugf non sono intervenuti ulteriori affinamenti nelle metodologie di pricing rispetto a quanto riportato nel bilancio consolidato del Gruppo Unipol al 31 dicembre 2012». In sostanza, la Commissione avrebbe rilevato che questi sono prodotti di cui è necessario evidenziare la specificità e i rischi connessi ma al contempo avrebbe stabilito che non vi sono gli estremi per contestare la voce in bilancio. In altre parole, la Commissione ha raccomandato una completa rappresentazione della natura del prodotto. Quanto al suo valore del portafoglio Unipol ne avrebbe dato corretta raffigurazione. Riguardo l'ammontare, il documento rileva che al 30 novembre 2013, «la riduzione da inizio anno della consistenza di titoli strutturati è stata pari a 920 milioni di euro e le vendite hanno determinato una plusvalenze di 24 milioni». Al 30 settembre il portafoglio era pari a 5,2 miliardi.
Il confronto con l'Antitrust
Come detto, molto è stato fatto sul fronte delle cessioni. Al momento, però, non risulta conclusa entro il termine fissato dall'Antitrust la vendita del portafoglio premi da 1,7 miliardi. Dal documento emerge che Unipol ha ricevuto il 19 dicembre scorso una proposta da Ageas e che l'Agcm è stato tempestivamente aggiornato della novità. Tuttavia, quell'offerta potrebbe non rispettare una condizione chiave. In più occasioni l'amministratore delegato del gruppo di Bologna, Carlo Cimbri, ha sottolineato di voler vendere gli asset «a un valore congruo». Ed è proprio sulla congruità di questa proposta che si confronteranno i vertici aziendali nelle prossime settimane. Tuttavia già leggendo il documento informativo si ha la percezione che quell'aspetto potrebeb richiedere un'analisi approfondita. Non a caso Ugf definisce l'offerta «complessa ed estremamente articolata» e peraltro subordinata «al verificarsi di varie condizioni» nonché rivolta «alle attività assicurative e ad alcuni asset ricompresi nel perimetro oggetto di dismissione». Insomma, sembrerebbe che Ageas intenda acquistare l'intero portafoglio premi ponendo paletti eccessivamente stringenti. A questo punto, toccherà a Unipol valutare il da farsi ma, se dovesse ritenere non congruo il prezzo e quindi rispedire al mittente l'offerta, cosa che allo stato non si può escludere, non verrebbe rispettato il termine del 31 dicembre per la vendita degli asset Milano imposto dall'Antitrust. E ciò potrebbe far scattare un nuovo serrato confronto con l'Autorità.
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