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Questo articolo è stato pubblicato il 30 dicembre 2013 alle ore 10:48.
L'ultima modifica è del 30 dicembre 2013 alle ore 11:27.

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Gli episodi tellurici di ieri, registrati sia in Campania che in Umbria, sono il risultato di «assestamenti» sulla dorsale Appenninica. Ma questo fa emergere ancor di più i ritardi accumulati negli anni, soprattutto in alcune regioni, nei piani abitativi anti-sismici. Basti pensare che la Campania non si è ancora dotata del cosiddetto «fascicolo di fabbricato« mentre ancora troppi ospedali ed edifici pubblici sono ubicati in aree ritenute a rischio.

A spiegarlo è stato il presidente dell'Ordine dei geologi della Campania, Francesco Peduto che sostiene che «tocca a governo ed enti locali recuperare il tempo perduto e salvare il nostro territorio».

Il sisma ha colpito zone già pesantemente colpite da altri eventi: 33 anni fa la Campania, con il grande terremoto che quasi distrusse l'Irpinia e l'Umbria. Qui la faglia interessata é la stessa che ha provocato allarme nelle zona di Città di Castello e Pietralunga, con tanti microsismi che dimostrano sia affievolimento della intensità, che lo spostamento verso il confine collinare e montano Marche-Umbria dove non ci sono insiediamenti e dove l'energia si scarica.

Secondo i dati rilevati, dall'inizio di dicembre le scosse registrate dai sismografici e dalla rete regionale, con epicentro nell'eugubino sono state oltre sessanta con intensità superiore a due gradi. La più forte é stata quella di domenica 22 dicembre con magnitudo quattro.

L'analisi degli esperti
Se ci saranno scosse più forti "non siamo in grado di prevederlo. L'unica difesa possibile è la prevenzione. Nel Matese, come in tante regioni d'Italia, l'impegno per la difesa del territorio dovrebbe essere ulteriormente sviluppato. L'adeguamento sismico del patrimonio edilizio pubblico e privato, ad esempio, dovrebbe rappresentare una priorità assoluta non soltanto per lo Stato, ma per tutte le amministrazioni locali". Lo afferma Enzo Boschi, già presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, in un'intervista al Mattino.

Sul terremoto che ieri ha colpito la Campania interviene anche il presidente dell'Ordine campano dei Geologi, Francesco Peduto, che in un'intervista a Repubblica sottolinea la mancanza nella regione del "Fascicolo del fabbricato", cioè della certificazione dello stato di salute degli edifici. "È come il libretto pediatrico del bambino. Oggi - osserva - ci metterebbe in condizione di capire il rischio reale di tanti edifici. In Campania abbiamo 4.608 scuole e 259 ospedali in zone ad elevato rischio sismico".

Il sisma, spiega il direttore del Centro nazionale terremoti Alberto Michelini, "è stato causato dall'estensione dell'Appennino: come se il Tirreno si stesse allontanando dall'Adriatico, un fenomeno che fa parte della geodinamica dell'Appennino". Le scosse di assestamento, dice, dureranno "piuttosto a lungo. Ce ne saranno diverse nei prossimi giorni e addirittura nelle prossime settimane".

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