Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 31 dicembre 2013 alle ore 06:49.

My24


BOLOGNA
Se la tabella di marcia sarà rispettata l'undicesimo tecnopolo della rete ad alta tecnologia dell'Emilia Romagna - laboratorio sui materiali innovativi per il biomedicale nel distretto di Mirandola, vale a dire nel cuore delle aree terremotate - sarà operativo dalla metà del 2014. Promessa della Regione, che dopo averlo messo in cantiere all'inizio dell'anno ha accelerato i tempi, affidato il compito a Democenter, messo sul piatto un contributo di oltre 3,8 milioni su una spesa totale di quasi 4,3, poi reclutato per il coordinamento scientifico l'Università di Modena e Reggio Emilia con la collaborazione del policlinico di Modena e dell'ospedale Sant'Orsola di Bologna.
La chiusura del cerchio è arrivata con altri due programmi di ricerca sulle tecnologie antisismiche (in ambito industriale, civile e nelle infrastrutture) promossi dall'ateneo del capoluogo emiliano e dal consorzio Ricos. Una operazione da 450mila euro (oltre 400 di contributi regionali), che insieme al tecnopolo di Mirandola (la localizzazione provvisoria è prevista in un polo scolastico) richiederà l'impiego di 32 ricercatori. «Abbiamo incontrato le multinazionali e le imprese del biomedicale, la ricerca sui materiali sarà la vera sfida», dice Gian Carlo Muzzarelli, assessore regionale alle Attività produttive. Non sfugge il valore anche simbolico del nuovo tecnopolo, punta di diamante di un investimento su ricerca e innovazione concepito come motore di ripresa di uno dei territori più colpiti dal sisma e come traino di un distretto - circa trecento aziende - tra i più importanti d'Europa. Scelta strategica, spiegano dalla Regione. Come quella di iniettare risorse nel sistema produttivo dei comuni del cratere per sostenere gli investimenti. Ne beneficiano in tutto 894 imprese, grazie a un emendamento alla legge Finanziaria del Governo. Fondi nazionali per 60 milioni, risorse destinate al Commissario per la ricostruzione Vasco Errani, entrano in 705 aziende per realizzare investimenti produttivi. E si aggiungono ai 23 milioni già assegnati, con la prima tranche del bando, ad altre 187 imprese. Il totale degli investimenti cofinanziati sale così a 280 milioni.
Il primo round ha permesso di creare già 300 posti di lavoro. Questa seconda fase, secondo le stime, dovrebbe generarne altri 1.300. «Una accelerazione - spiega ancora Muzzarelli - per la ricostruzione e per sostenere la ripresa. Credo che oggi sia estremamente importante sottolineare che col gioco di squadra che abbiamo messo in campo, Regione e Governo, riusciamo a rispondere ad una grande esigenza dell'economia della nostra regione». L'impegno istituzionale è quello di mettere al centro di tutto occupazione e sostegno alle imprese, per spingere insieme alla ricostruzione, la ripresa economica della regione. Anche attraverso i fondi Inail per la messa in sicurezza dei capannoni. La corsa delle imprese è già iniziata (oltre 640 domande per un ammontare di più di 22 milioni, per metà circa erogati). Ma restano in cassa altri 50 milioni. Un tesoretto che la Regione vuole assegnare. «Sollecitiamo le aziende a farsi avanti, a presentare le domande», dice Muzzarelli. Certo, le tensioni su una burocrazia che rallenta gli ingranaggi della ricostruzione, restano, non sono state spazzate via. Ma per la Regione si tratta anche dell'inevitabile prezzo da pagare per scongiurare il rischio di infiltrazioni mafiose, evitate grazie al meccanismo di accesso alle white list delle imprese virtuose gestite dalle Prefetture dei territori terremotati. Ma del resto, dopo una partenza a singhiozzo - e non esente anche da polemiche - la macchina dell'accesso ai fondi per la ricostruzione attraverso i sistemi telematici Mude (abitazioni) e Sfinge (imprese) adesso si muove a pieno regime.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi