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Questo articolo è stato pubblicato il 01 gennaio 2014 alle ore 19:19.
L'ultima modifica è del 01 gennaio 2014 alle ore 19:25.

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Mamnoon Hussain (Afp)Mamnoon Hussain (Afp)

I già ottimi rapporti fra Cina e Pakistan si rafforzano. Pechino ha accordato a Islambad un prestito da 6,5 miliardi di dollari per costruire due nuove centrali nucleari nella città portuale di Karachi. Si tratta, sottolinea il Financial Times, del più grosso accordo mai raggiunto tra Cina e Pakistan. L'intesa è geopoliticamente speculare ma ovviamente di segno opposto, all'intesa raggiunta nel 2006 sotto George W. Bush fra Usa ed India per una vasto programma di costruzione di centrali nucleari. Accordo in cui gli Usa avrebbero fornito la tecnologia più moderna a New Delhi per la realizzazione di reattori più efficienti. Una mossa che a Islamabad, dal 1947 rivale di Delhi, non fu affatto gradita.

Le due centrali garantiranno al Pakistan, da sempre a corto di energia elettrica, tra il 15 ed il 20% del fabbisgno nazionale. La collaborazione tra Cina e Pakistan ha radici storiche. Il precedente progetto più grosso fu lo sviluppo, con i soldi di Pechino, del porto di Gwadar, nel Belucistan pakistano, che garantisce al momento alle navi e alle merci cinesi una base sul Mare Arabico, a soli 400 km dallo Stretto di Hormuz (il dei 'choke-point' energetico più importante) e in futuro lo sbocco di possibili gasdotti e oleodotti dallo Xinjang a 1.500 km.

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