Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 01 gennaio 2014 alle ore 17:39.
L'ultima modifica è del 01 gennaio 2014 alle ore 20:16.

My24

Le rivelazioni di Edward Snowden ci accompagneranno ancora per gran parte di questo 2014. L'ex consulente della Cia con le sue rivelazioni ha innescato una serie di indagini e reportage che faranno discutere. Secondo la National Security Agency (Nsa) sarebbe in grado di monitorare gli smartphone Apple tramite un software di controllo appositamente istallato sugli iDevice.

Il settimanale tedesco Der Spiegel ha pubblicato uno schema dell'ormai famigerato Dropoutjeep, il codice che permetterebbe, e il condizionale è rigorosamente obbligatorio, di controllare messaggi, rubrica, spostamento, ma perfino microfono e videocamera dei telefoni Apple. La percentuale di successo di DropoutJeep è del 100% ma il grosso limite è quello di dovere istallare il programma spia sul telefono per poterlo tenere sotto osservazione.

La risposta di Apple
La reazione di Cupertino è tanto rapida quanto attesa: dal quartier generale hanno fatto sapere che non c'è mai stata una collaborazione con agenzie governative e che la privacy degli utenti è sempre in cima alle priorità Apple.

La mela non cade mai lontano dall'albero
Da un parte c'è Jacob Appelbaum, esperto di sicurezza e principale accusatore di Apple, che sta sulla difensiva dalla parte opposta del ring. Per Appelbaum l'ipotesi secondo cui l'exploit (ovvero il codice che permette il controllo dei device) viene addirittura installato da Apple non è da scartare a priori, ma resta il fatto che la Nsa è capace di diffondere il proprio codice su reti wireless anche da 13 chilometri di distanza.

Le vie del Tao
Nulla (o quasi) a che vedere con «ciò che è presente in ogni cosa e le condiziona» tanto caro ai taoisti ma un fil rouge c'è: in questo caso Tao, Tailored Access Operations, è una divisione della Nsa che intercetterebbe laptop comprati online per predisporli al controllo remoto prima che vengano consegnati agli acquirenti.

Orwell si è sbagliato di dieci anni
Lo scrittore britannico George Orwell ha sbagliato di 10 anni. È infatti del 1994 - e non del 1984 - la legge denominata Calea (Communications Assistance for Law Enforcement Act), approvata sotto l'egida Clinton un anno dopo il suo insediamento in Pennsylvania Avenue. La legge richiede esplicitamente che produttori e vettori di apparecchiature di telecomunicazioni (provider internet inclusi) si adoperino per modificare i progetti affinché questi siano dotati o dotabili di strumenti di sorveglianza tali da favorire gli interventi delle autorità governative.

Ma è tutto vero?Vedere alla voce Calea
Per quanto l'intera faccenda possa lasciare basiti, i presupposti tecnici e tecnologici ci sono tutti e, considerando che DropoutJeep è del 2007, oggi si può ragionevolmente pensare che ci sia ben altro. L'acronimo Calea dovrebbe creare imbarazzi generalizzati: alla Casa Bianca, perché c'è da chiedersi come si possano muovere ancora in relativa libertà attentatori di ogni risma; ma anche a Cupertino, che si ostina a negare ciò che in realtà dovrebbe stampare a tutte lettere sulle confezioni dei propri prodotti.

Mal comune…
Apple, additata da Appelbaum, finisce sul banco degli imputati. Banco che può tranquillamente condividere con i propri competitor: Windows Mobile, Android, BlackBerry OS non sono di certo immuni alle potenti indiscrezioni del programma di sorveglianza Prism. Assieme a loro colossi della fornitura di apparati di rete tra i quali spicca, per importanza e grandezza, Cisco. E le rivelazioni di Snowden devono ancora esaurirsi.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi