Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 01 gennaio 2014 alle ore 12:52.
L'ultima modifica è del 01 gennaio 2014 alle ore 13:39.

My24
(Corbis)(Corbis)

LONDRA - Primo gennaio, primo giorno della grande invasione dall'Est: da oggi le frontiere britanniche sono aperte anche a rumeni e bulgari, che secondo una parte consistente dei media britannici arriveranno a decine di migliaia. Gli inglesi si aspettano il peggio, dato che l'opinione pubblica è stata mobilitata da mesi di una campagna anti-immigrazione che ha rasentato la xenofobia e ha suscitato le proteste sia della Ue che dei Governi rumeno e bulgaro.

Londra avrebbe voluto estendere ulteriormente il periodo transitorio di limitazioni per bulgari e rumeni che il Governo, preso alla sprovvista dall'arrivo in Gran Bretagna di oltre un milione di polacchi, era riuscito ad ottenere, ma Bruxelles non lo ha consentito. Il premier David Cameron, che già pensa alle elezioni del 2015, ha comunque promesso di frenare l'immigrazione dalla Ue e ha iniziato con il porre alcuni limiti.

Da oggi i cittadini di altri Paesi membri dell'Unione dovranno aspettare tre mesi prima di avere diritto ai sussidi di disoccupazione che finora sono stati un diritto immediato di tutti, e sono stati tagliati anche altri benefici sociali e l'accesso agli alloggi popolari. Saranno inoltre accelerate le espulsioni di persone ‘indesiderate', mentre per la prima volta i servizi di pronto soccorso negli ospedali saranno a pagamento per i non residenti.

Cameron insiste che si tratta solo di limitare l'accesso a chi vuole sfruttare il sistema britannico facendo "turismo dei sussidi" o "turismo sanitario", mentre la porta resta aperta a chi vuole lavorare e "dare il suo onesto contributo alla ripresa economica in corso". Diversi economisti intanto avvertono che i limiti all'immigrazione mettono a rischio la ripresa, dato che il rilancio dell'economia britannica dipende in gran parte dalla manodopera specializzata che arriva dall'estero. Le imprese confermano che hanno giá lavoro da offrire a 60mila bulgari e rumeni e criticano la "politicizzazione" della questione permessi di lavoro.

Secondo Migration Watch gran parte dei due milioni di bulgari e rumeni che attualmente lavorano in Spagna e in Italia sono pronti a trasferirsi in Gran Bretagna, attratti da buoni stipendi, un mercato del lavoro in buona salute e la generositá del sistema di sussidi statali. La previsione é di 50mila arrivi all'anno per i prossimi cinque anni. Le stime del Governo bulgaro sono invece di un massimo di 8mila persone all'anno. Le compagnie aeree che coprono la tratta per Londra hanno detto che non solo non hanno avuto un aumento delle prenotazioni dal primo gennaio ma di avere molti voli mezzi vuoti.

Indipendentemente dai fatti, l'opposizione e i media conservatori alimentano i timori degli inglesi su un'ondata incontrollabile di europei dell'Est. Nigel Farage, il leader di Ukip, partito che chiede limiti all'immigrazione e l'uscita immediata dalla Ue, ha accusato il Governo di avere permesso l'arrivo "di bande criminali straniere" e ha detto che Londra é giá alla mercé di "criminali rumeni".

Diversi giornali oggi sottolineano che Romania e Bulgaria concedono facilmente passaporti a cittadini di Paesi vicini e che quindi la Gran Bretagna potrebbe trovarsi a breve "invasa" anche da serbi, ucraini, macedoni, moldavi e perfino turchi.

Con l'inizio del 2014 sono cadute le ultime restrizioni alla libertà dei cittadini di Bulgaria e Romania di lavorare anche in altri Paesi dell'Unione europea senza bisogno di un permesso. Bucarest e Sofia sono entrate nell'Ue nel 2007 e i loro cittadini avevano già la libertà di muoversi liberamente nei 28 Paesi membri.

Per quanto riguarda il diritto di prendere la residenza e di lavorare Austria, Belgio, Francia, Germania, Gran Bretagna, Lussemburgo, Malta e Olanda avevano ottenuto una deroga. Per l'Italia le restrizioni per i lavoratori bulgari e romeni erano già cadute due anni fa.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi